Palermo, 15 aprile 2024 – Stupro di gruppo: con quest’accusa a Palermo sono stati arrestati dai carabinieri due cugini di 41 e 44 anni. A novembre una turista canadese aveva denunciato di essere stata violentata nel suo primo giorno in Sicilia.
Volata nel capoluogo dal Canada per incontrare il fidanzato, ricoverato in ospedale dopo un incidente, la sua vacanza si era trasformata in un incubo. La donna, appena arrivata in città, è andata al Policlinico per fare visita al suo compagno. Non parlando l’italiano e non conoscendo l’ospedale, ha chiesto aiuto a un gruppo di inservienti e infermieri. Uno in particolare si è mostrato particolarmente gentile e ha dato indicazioni alla turista sul percorso da fare per raggiungere il reparto e poi sulla strada per il B&B in cui la donna alloggiava. Una gentilezza che ha colpito la canadese che ha scambiato i contatti Instagram con l’inserviente. Dopo la visita al compagno, la turista ha accettato l’invito dell’uomo appena conosciuto di passare insieme la serata, fidandosi della disponibilità e gentilezza dell’inserviente. Dopo aver ordinato del pollo e aver mangiato nella stanza del B&B in cui alloggiava i due sono saliti in moto e hanno raggiunto un cugino dell’uomo, con cui hanno fatto qualche giro in scooter. Poi sono rientrati tutti in albergo.
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Il racconto della turista
“Ero felice e mi stavo divertendo quindi non mi sono resa conto del tempo che passava. Lui era gentilissimo”, ha raccontato poi ai carabinieri la turista. A un certo punto un bacio e l’approccio che la donna ha tentato di respingere. “Non ricordo nulla da quel momento in poi”, ha proseguito. La vittima, che aveva i dati del profilo social dell’uomo, ha indicato chi fosse agli investigatori.
Al complice i carabinieri sono arrivati mettendo sotto controllo il cellulare dell’inserviente e grazie alle analisi dei tabulati telefonici che hanno accertato la presenza dei due nel B&B la sera della violenza.
Le intercettazioni delle mogli
Gli inquirenti hanno intercettato anche le conversazioni delle mogli dei due indagati. Le due donne prima hanno augurato il peggio ai partner, poi li hanno difesi, in qualche modo giustificati, e infine hanno cercato prove che potessero scagionarli. “Sti ragazzi erano puliti non avevano neanche un graffio”, dichiarano fra l’altro, sostenendo che se fosse stato uno stupro la vittima si sarebbe difesa lasciando segni sugli aggressori.