Lunedì 15 Luglio 2024

Molestie sul lavoro, i numeri choc e il silenzio delle donne

Si stima che siano oltre 8 milioni quelle che nel corso della vita hanno subito ricatti sessuali (Istat). Il progetto per le aziende di Vega formazione

Roma, 4 giugno 2024 - Molestie, ricatti sessuali, contatti fisici indesiderati sul lavoro. Si stima che siano oltre 8 milioni le donne vittime (43,6%), quelle che fra i 14 e i 65 anni nel corso della vita sono state interessate dal fenomeno. Lo certifica l’Istat, i dati più recenti si riferiscono al 2018. Sono 3 milioni e 118 mila le donne che le hanno subite nei tre anni precedenti all’indagine, cioè il 15,4%.

Molestie sul lavoro, i numeri choc dell'Istat
Molestie sul lavoro, i numeri choc dell'Istat

Il silenzio delle donne sulle molestie

Oltre i numeri, oltre le statistiche, c’è una sofferenza silenziosa. Perché, svela sempre l’istituto di statistica, quando una donna subisce un ricatto sessuale, otto volte su dieci non ne parla con nessuno.

"Un dato in linea con quello rilevato nella prima indagine del 2008-2009 quando questa percentuale era dell’81,7%”.

A mettere in fila i numeri e a consegnare un’indagine choc è Mauro Rossato, presidente di Vega Formazione, leader nella diffusione della cultura e della sicurezza sul lavoro da oltre un trentennio.

Ed è proprio per la gravità di questa situazione che ha deciso di organizzare, con il patrocinio dell’AIESiL (Associazione Imprese Esperte in Sicurezza sul Lavoro e Ambiente), un seminario rivolto a datori di lavoro, RSPP e consulenti per la sicurezza.

"La valutazione del rischio molestia”

L’obiettivo è ambizioso: arrivare a una valutazione del rischio molestia e violenza, grazie all’intervento di esperti di sociologia e psicologia del lavoro. A loro sarà affidato il compito, il 13 giugno, di esplorare e trasferire ai 1.500 iscritti online da tutta Italia una innovativa metodologia per la valutazione del rischio di violenze e molestie nei luoghi di lavoro. Un itinerario didattico che passerà attraverso l’analisi del contesto, le misure di prevenzione e protezione e l’integrazione vera e propria della valutazione del rischio di molestie e violenze.

L’arma della prevenzione

“Ciò a cui puntiamo in questo percorso formativo - sottolinea Mauro Rossato - è proprio una maggior diffusione dell’integrazione del rischio violenze e molestie nel documento di valutazione del rischio in tutte le realtà produttive del nostro Paese. Perché siamo convinti che la prevenzione sia il primo e più efficace strumento di tutela nei confronti dei lavoratori. E siamo altrettanto certi che questa nostra metodologia valutativa contribuirà a portare ricadute positive e virtuose anche al di fuori dell’ambito professionale”.

Le parole del direttore tecnico

Federico Maritan, direttore tecnico di Vega Formazione, spiega così il metodo: “Si parte dall’analisi del contesto, quindi dai fattori che possono determinare la presenza e l’intensità del rischio, si arriva a calcolarne un livello e si devono quindi adottare le misure di sicurezza per mitigarlo. Il punto di partenza è la formazione, che agisce sui comportamenti. Molto utili anche gli sportelli, per sapere a chi rivolgersi”.