Il 25 novembre si celebra la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Che significato ha questa giornata?
"Non è e non deve essere retorica. E’ un’occasione di riflessione sulla nostra società, sulle politiche portate avanti per stroncare una piaga che è fatta di violenza fisica e psicologica, di dipendenza economica e affettiva, di maltrattamenti, di umiliazioni, di sottomissione e di privazioni, e che culmina ogni 72 ore in un femminicidio". Maria Logli, assessore alle pari opportunità del Comune di Prato, ha ben in mente la strada da percorrere: arrivare a un bilancio di genere in modo da affrontare le problematiche con metodo.
Da inizio anno ad oggi, il Centro antiviolenza La Nara di Prato ha accolto 465 donne vittime di violenza.
"Come istituzioni possiamo fare molto. Intanto garantendo l’indipendenza economica delle donne con la possibilità di lavorare a fronte di retribuzione uguali a quelle degli uomini ma anche e di conciliare famiglia e lavoro anche attraverso servizi adeguati e a un costo accessibile. Poi possiamo lavorare con le associazioni del territorio per fare rete e proteggere le donne vittime di violenza. A Prato lo facciamo da tanti anni e vogliamo continuare a farlo. Per questo dobbiamo lavorare tutti insieme per salvare il centro anti violenza La Nara che per un cavillo burocratico del nuovo accordo Stato-Regioni, rischia di sparire".
Secondo i dati diffusi dal centro La Nara, il 70% delle donne che hanno denunciato abusi e violenze è italiana, il 30% straniera.
"La violenza sulle donne va combattuta con tutti gli strumenti, ma e soprattutto una sfida culturale che poco ha a che fare con il livello di studio o con il reddito familiare. Ecco perché dobbiamo lavorare nelle scuole per diffondere la cultura del rispetto e della libertà ai nostri bambini e anche alle nostre bambine. Un lavoro capillare e costante contro la cultura patriarcale che purtroppo esiste eccome, nelle piccole e nelle grandi cose".
Quali sono le iniziative che mette in campo il Comune di Prato per aiutare le donne vittime di abusi e quali per sensibilizzare i giovani al tema?
"Intanto va potenziato il lavoro in rete e il sostegno al centro antiviolenza; poi proseguire gli interventi all’interno delle comunità migranti perché in certi contesti culturali le donne hanno ancora più difficoltà a smarcarsi sia per questioni economiche che per il permesso di soggiorno. Inoltre abbiamo tantissime progettualità nel mondo della scuola per fare prevenzione. La sfida è metterle a sistema. Il tavolo pari opportunità lavora ogni giorno in ambito multidisciplinare per garantire parità".