FIRENZE
Monica Turini, presidente di Cna Impresa Donna Toscana, inizia dal XV° Rapporto sulla violenza di genere in Toscana, con i dati dei Centri e delle Reti Antiviolenza del 2023 della Regione, per ribadire quanto ancora ci sia da lavorare al fianco delle donne, per la loro salute fisica e psicologica, per i loro diritti e la loro dignità.
[/FIRMADATA]Presidente Turini, qual è il vostro impegno su questo fronte?
"Come gruppo regionale Cna Impresa Donna dimostriamo sempre grande attenzione ai gravi problemi di femminicidio e violenza di genere. Non soltanto alla luce del carattere emergenziale con numeri drammatici. Ma anche perché il rispetto e la promozione della dignità umana sono un valore sia nella famiglia, nella società, che nei luoghi di lavoro".
In che modo cercate di intervenire?
"A livello normativo l’attenzione sulla violenza di genere è molto presente in Cna Impresa Donna Toscana. Ad esempio ci preoccupiamo affinché, attraverso i contratti collettivi nazionali, siano introdotte una serie di normative specifiche che guardino alla prevenzione e al contrasto delle molestie sul luogo di lavoro. E ci sono nostri interventi suggeriti a livello nazionale che ci auguriamo siano accolti. Del resto ogni territorio ha le sue esigenze, che è giusto siano riportate a livello nazionale".
Per esempio, che cosa avete proposto?
"La possibilità di avere sgravi contributi per le aziende che assumono donne che escono dai percorsi di violenza. Oppure la detassazione per l’azienda delle ore dedicate al recupero psico-fisico delle vittime di violenza. Tutto ciò è stato portato al tavolo dell’Osservatorio nazionale dalla nostra presidente. Molte richieste, anche se non nascono in Toscana, sono da noi fortemente condivise e sostenute".
E per le donne lavoratrici autonome e imprenditrici vittime di violenza?
"Per loro dobbiamo trovare il modo affinché beneficino di un’indennità, perché vivono una condizione di oggettiva difficoltà nello svolgere le loro mansioni. E quindi servono norme che vadano ad agevolare un percorso di rinascita dell’imprenditrice vittima di violenza. Nel programma del mio mandato c’era inoltre, e su questo continuiamo a lavorare, la parte dedicata alla formazione".
In cosa consiste?
"Abbiamo organizzato durante l’anno appuntamenti formativi per le figure dirigenziali, in modo però che i contenuti siano poi trasmessi a tutte. E gli argomenti riguardano la presa di coscienza, gli obiettivi da raggiungere, il nostro ruolo all’interno di Cna Impresa Donna Toscana, le difficoltà da superare, e se possibile anticiparle grazie al confronto".
Parliamo dei numeri sulla violenze di genere.
"I centri antiviolenza toscani registrano una media di richieste superiore alla media nazionale. E questo può essere visto come un dato positivo, perché vuol dire che qui le donne hanno il coraggio e la forza di chiedere aiuto più che altrove. Questo grazie a un lavoro di sensibilizzazione e alla fiducia verso queste strutture, con l’offerta di servizi molto importanti: dal pronto intervento all’ascolto e l’accoglienza. Da qui parte poi l’orientamento accompagnato da altri servizi della rete territoriale, supporti e consulenza psicologica, legale, alloggiativa, sostegno all’autonomia per avviarla a una nuova attività. Da non dimenticare infine la mediazione linguistica e culturale per le donne straniere che chiaramente hanno maggiore difficoltà ad essere comprese".
O.Mu.