Lunedì 30 Dicembre 2024
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
QN X le Donne

A che età una donna invecchia? Le risposte del geriatra

Graziano Onder, docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore e specialista dell’Iss: “L’importanza della socialità per contrastare anche l’invecchiamento cognitivo. Quando bisogna iniziare la prevenzione”

La socialità è un fattore determinante per invecchiare bene

La socialità è un fattore determinante per invecchiare bene

Roma, 3 settembre 2024 – A che età una donna invecchia, oggi? Lo abbiamo chiesto a Graziano Onder, docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore e geriatra dell’Iss. 

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A che età oggi una donna invecchia?

“Non c’è grande differenza tra uomini e donne – è la premessa del geriatra -. Sicuramente per invecchiare bene bisogna fare prevenzione, partendo anche prima dei 40 anni e seguendo tutti gli step raccomandati dal ministero, dalla mammella al pap test, altra metodica di prevenzione importante per il tumore dell’utero”.

Invecchiamento per donne (e uomini): oggi la soglia è 75 anni
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Qual è il segnale dell’invecchiamento?

Ma qual è il segnale al quale prestare attenzione? "Sicuramente quando una persona non funziona più bene. Oggi questa soglia si è spostata a 75 anni, perché rispetto a 50 anni fa si vive più a lungo ma anche meglio. Il primo segnale? Non riuscire a camminare bene. Perché quella è la somma di tutte le funzioni del nostro organismo”.

Quando è stata conquistata la soglia dei 75 anni?

"La conquista di questo traguardo è stata graduale – chiarisce il dottor Onder -. E ci siamo arrivati soprattutto migliorando la qualità di vita, a cominciare dall’alimentazione, attraverso strategie di prevenzione ma anche con le vaccinazioni”.

Quali sono i fattori principali dell’invecchiamento?

"Nell’invecchiamento – ragiona il geriatra – direi che la genetica conta per un 25%. Sicuramente è importante lo stile di vita, dall’attività fisica alla nutrizione. Ma un fattore altrettanto significativo e spesso sottovalutato è la socialità. Perché è stato dimostrato che dove si vive in gruppo si vive anche più a lungo e meglio e si riesce a contrastare con efficacia l’invecchiamento cognitivo, per il quale è comunque più difficile trovare un indicatore. Anche l’organizzazione del sistema sanitario conta. Ancora riesce a reggere”.