Giovedì 19 Dicembre 2024
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
QN X le Donne

Infibulazione, a Lecce un osservatorio. Il sindaco Poli Bortone: “Questa è violenza contro le donne”

I numeri e le stime choc di un fenomeno che nel nostro Paese è illegale e viene punito con la reclusione da 4 a 12 anni

Lecce, 14 ottobre 2024 - Un osservatorio contro i matrimoni forzati e l’infibulazione. A Lecce, dopo il caso della bambina di 8 anni originaria del Mali - all’ospedale la scoperta dei medici - è maturato un progetto a sostegno delle donne straniere. Al centro, la cooperativa ’Casa di Aisha’. La presentazione è avvenuta qualche giorno fa.

Infibulazione in Italia, le stime di un fenomeno fuorilegge
Infibulazione in Italia, le stime di un fenomeno fuorilegge

Le parole del sindaco Poli Bortone

Il sindaco Adriana Poli Bortone spiega a Quotidiano.net: “Abbiamo garantito tutto il nostro supporto a questa associazione che vuole mettere radici in città. Erano presenti anche le forze dell’ordine. Abbiamo dato tutti la nostra disponibilità ad affrontare questa tematica che è di violenza contro le donne”.

Un osservatorio su matrimoni forzati e infibulazioni

Ma quanto ha pesato l’episodio della bambina nella decisione di aprire un osservatorio? Premette il sindaco: “Sicuramente quello che è successo ci ha fatto rendere conto che anche nella nostra città possono accadere queste cose. Il problema ormai lo conosciamo da molti anni. E io non ho mai cambiato idea, sono sempre stata contraria a questa pratica”.

“Al momento però non mi risulta che l’infibulazione sia praticata a Lecce - chiarisce Poli Bortone -. La bambina, secondo quanto è stato ricostruito, non sarebbe stata sottoposta a questa mutilazione qui. E sul fenomeno non mi sono arrivate nemmeno segnalazioni informali. Ma sarà mia cura approfondire anche con il direttore generale dell’Asl”.

Il messaggio alle donne straniere

"Io ho dato un messaggio chiaro – sottolinea il primo cittadino, una vita nella politica -. Nessuno vuole sopraffare gli usi e i costumi degli altri. Ma noi abbiamo delle regole e la lotta contro la violenza sulle donne deve essere suffragata anche da interventi di carattere culturale. Perché chi vive in Italia, chi vive nella nostra città, ne possa prendere coscienza fino in fondo”.

I numeri sulle infibulazioni

I numeri sulle Mutilazioni genitali femminili fanno riflettere. Un report recente della sede italiana di Amref – organizzazione attiva in 35 paesi africani – ricorda che nel 2019 l’Università Bicocca aveva stimato in quasi 88mila in Italia le donne sottoposte a MGF (mutilazione genitale femminile), pratica che nel nostro Paese è punita dall’articolo 583 bis del codice penale, che prevede una reclusione da 4 a 12 anni.

L’Eige – istituto europeo per l’uguaglianza di genere – stima che in Italia “dal 15 al 24 % delle ragazze siano a rischio di mutilazioni genitali femminili (MGF) su una popolazione totale di 76.040 ragazze di età compresa tra 0 e 18 anni provenienti da paesi in cui si pratica la mutilazione genitale femminile”.