"Facciamo rumore! Non è il patriarcato a essere finito, ma la nostra disponibilità ad accettarne le regole e le conseguenze".
E’ l’appello di Gessica Beneforti della segreteria Cgil Toscana, ricorda come il patriarcato "goda di buona salute e si mostra plasticamente non solo laddove una donna perde la vita per mano di un uomo, spesso bianco e di buona famiglia, ma ogni volta che, sulla base di un ordine fondato sul dominio maschile, che ha conformato la divisione e l’organizzazione del lavoro produttivo e riproduttivo, che condiziona i ruoli, che alloca in maniera diseguale le risorse, esiste e persiste una asimmetria tra uomo e donna nella società".
Secondo lei da dove partire?
"Partiamo dal lavoro. L’Italia è all’ultimo posto in Europa per occupazione femminile under 40. Il divario lavorativo tra uomini e donne è del 17,5% e aumenta in presenza di figli arrivando al 34 % con un figlio minore. Una donna su cinque fuoriesce dal mercato del lavoro a seguito della maternità. Più del 30% delle donne lavora in part time, quasi sempre involontario per carenza di servizi educativi e di cura. Il divario del salario annuale medio tra donne e uomini è pari al 43% e il fenomeno della segregazione occupazionale, delle donne continua a essere importante.Tutto ciò si riflette anche sulle pensioni".
Ci fa un esempio?
"I dati Inps dicono che in Toscana una donna ha una pensione media di fine carriera, nel settore privato, pari al 56% di quella di un uomo, considerando che la pensione media di un uomo a livello regionale è di 1.789,27 euro. E il futuro non è roseo: la media pensione lorda stimata in Toscana nel 2030 è per gli uomini 1.270 euro mensili, per le donne 940. Nel 2040, per gli uomini 1.100 e per le donne 810, pensioni che saranno calcolate con il sistema contributivo".
Quali i possibili rimedi?
"Occorrono interventi per aumentare l’occupazione femminile stabile e dignitosa e servono strumenti di condivisione del lavoro di cura per intervenire sulle cause determinanti il differenziale salariale. Chiediamo il congedo obbligatorio di paternità paritario. Vogliamo un sistema pensionistico equo che tenga conto delle differenze. Vogliamo risposte efficaci su sanità, non autosufficienza e fisco, attraverso politiche che assicurino equità, universalità e redistribuzione per le lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati e che contrastino davvero l’evasione fiscale e contributiva. Non che sottrae risorse al welfare. Sono anche queste le ragioni dello sciopero del 29 novembre, per cambiare le misure sbagliate contenute nella legge di bilancio".
Olga Mugnaini