FIRENZE
"Ogni volta che abbiamo l’occasione di parlare della “giornata del 25 novembre” sentiamo che non è mai invano".
Laura Sostegni della segreteria SPI CGIL Firenze, ricorda che da anni questo è il mese che in tutta le realtà dove c’è una sede delle loro Leghe SPI (tutta l’area metropolitana della provincia di Firenze) si realizzano iniziative.
Cosa avete programmato?
"Presentazione di libri, conferenze che portino il tema del contrasto alla violenza contro le donne, ad un’iniziativa pubblica che coinvolga non solo le persone che rappresentiamo (pensionate e pensionati) ma diventi un motivo di attenzione sociale, incontrando l’interesse ed il coinvolgimento delle amministrazioni e associazioni che operano insieme allo SPI. Ma non basta".
Qual è il punto del problema?
"Troppo spesso, per una cultura del possesso, per la mancanza di educazione all’affettività ed ad accettare il rifiuto, dentro le mura di casa si nasconde chi toglierà la vita e una mattina troppe donne in questo paese “non si sveglieranno” per mano di chi vive accanto a loro o per mano di un ex. Il femminicidio è l’ultimo atto irreversibile ed i segnali partono da lontano. Un errato convincimento di poter cambiare un amore sbagliato, lascia una lunga scia di dolore senza distinzione per livello culturale, economico o sociale".
Come portare aiuto?
"Tutto è molto più difficile per le donne che non hanno un’autonomia economica quale una pensione dignitosa o d un lavoro. Fondamentale entrare in contatto con i centri anti violenza ma se queste donne ed i loro figli non trovano poi l’aiuto pubblico sulla ricollocazione ad un lavoro retribuito dignitosamente o ad un’abitazione in luogo sicuro, vanificano la denuncia".
Quest’anno le donne dello SPI di Firenze hanno organizzato la mostra “Grandi età grandi storie”. Di cosa si tratta?
"La mostra è stata anche inserita nel programma L’Eredità delle donne, e offre il punto di vista dietro l’obbiettivo dei loro telefonini su tutto quel che nella consapevolezza di se può combattere questa piaga. Sicuramente il lavoro a tutte loro ha permesso tramite i loro contributi, il diritto a pagarsi una pensione che le rende indipendenti e consapevoli di impegnarsi per chi non ha voce, come le donne migranti".
Di quali donne si racconta?
"Di donne che hanno lavorato per una vita, conquistato leggi che hanno reso migliore questo paese quali la sanità pubblica, la tutela della maternità nel lavoro, IVG, il divorzio. Abbiamo la responsabilità per chi verrà dopo di noi e per loro, le nostre figlie e nipoti, c’è la volontà ed intenzione di continuare a mantenere viva la speranza e l’impegno per un futuro migliore!"