di Lorenzo Ottanelli
Un’iniziativa per connettere le esperienze di vita delle donne di tutto il mondo verso l’emancipazione. È questa la scelta di Conad Nord Ovest, che in questi giorni vende i suoi portachiavi fabbricati in Kenya dalle oltre 1.900 artigiane dell’impresa sociale Tujikuze, e che parte del ricavato andrà a sostenere i centri di Di.Re, Donne in Rete contro la violenza. Un impegno nella Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, che vuole essere anche un simbolo, che fa parte della campagna: “Le donne saranno libere quando il rispetto avrà messo radici“, con Giulia Salemi come sponsor sui social e negli spot video.
La campagna è stata presentata martedì nella sede di Pitti Immagine a Firenze con il direttore generale di Conad Nord Ovest, Marco Brambilla, il direttore del marketing dell’azienda, Maurizio Barsacchi, il fondatore di EFI, Simone Cipriani, la consigliera regionale di Di.Re Toscana, Elisa Forfori, insieme anche a Lilian Kahiro e Alex Mukumbi, in rappresentanza di Tujikuze.
"Grazie a Conad e al suo grande investimento oggi possiamo vivere senza essere dipendenti dagli uomini", ha detto Lilian Kahiro, presidente di Tujikuze, creata dalle donne dei villaggi del Kenya, che sfruttano le loro abilità di perlinazione per creare oggetti e abiti nel mondo della moda.
Un progetto, quello dei portachiavi, che è nato a Pistoia grazie all’incontro tra il direttore del marketing di Conad Nord Ovest, Maurizio Barsacchi, e il fondatore di EFI, la Ethical Fashion Initiative, che fa parte dell’Onu, Simone Cipriani.
Cipriani, quanto è stato importante l’investimento di Conad per le donne di Tujikuze?
"Per noi è stato fondamentale. Avevamo portato a termine tanti ordini per grandi marchi della moda, ma sempre in quantità ridotte. Conad ha permesso di creare migliaia di pezzi in soli tre mesi, mostrandodi poter stare nel mercato e affrontare grandi investimenti. Oggi le donne di Tujikuze hanno, al minimo, un living wage, ma a presiedere l’impresa c’è una donna".
Oltre a loro, c’è anche un investimento sociale sul territorio.
"Sì, per noi è molto importante. L’ordine di Conad non ha solo permesso di ampliare e modernizzare le fabbriche, ma anche crearne di nuove. E poi c’è tutto un investimento sulla creazione di scuole, pozzi, ospedali...".
Cosa sono precisamente Tujikuze e la Ethical Fashion Initiative?
"Tujikuze è un’impresa sociale, come tante altre che abbiamo creato nei paesi in cui operiamo (Burkina Faso, Benin, Costa d’Avorio..). La Ethical Fashion Initiative fa parte dell’Onu e ha come obiettivo quello di creare lavoro e formare al lavoro chi è marginalizzato. Seguiamo il modello delle Nazioni Unite che si basa sui diritti umani. Averle significa civiltà, non averle significa avere a che fare con la legge del più forte".