Roma, 2 luglio 2024 – Le donne sono ancora le più molestate sul lavoro. Lo certifica l’ultimo rapporto Istat (2022-2023). A farne le spese sono soprattutto le più giovani, tra i 15 e i 24 anni.
Chi è l’autore delle molestie
Ma chi è l’autore delle molestie? Per lo più un collega maschio (37,3%) o una persona con cui ci si relaziona nel corso della propria attività come un cliente, un paziente o uno studente (26,2%).
Ma il fenomeno non esclude gli uomini, che vengono importunati nel 26,4% dei casi da colleghe e nel 20,6% da colleghi.
Le denunce arrivano di rado: solo il 2,3% delle donne ha contattato le forze dell’ordine e il 2,1% altre istituzioni ufficiali. Nell’8% dei casi si sono rivolte a consulenti, nel 14.9% direttamente al datore di lavoro o al loro superiore oppure si confidano con i colleghi di lavoro (16,3%).
Un calo dei ricatti sessuali
Si registra comunque un calo di ricatti sessuali. A incidere sulla riduzione del fenomeno, si legge nel rapporto, “l’ampio impatto delle azioni di denuncia come la campagna #meetoo e la disponibilità di un sistema di protezione legislativo e istituzionale delle vittime”.
Va considerato, inoltre, che il periodo analizzato corrisponde agli anni 2020-2023 e include, dunque, la pandemia e il conseguente lockdown in cui le occasioni di lavoro in presenza si sono fortemente ridotte.
I commenti offensivi e le proposte indecenti
Le più diffuse sono le proposte indecenti di natura sessuale e i commenti offensivi sul proprio corpo. Con lo sviluppo dei social e delle tecnologie - viene evidenziato - il rischio si è esteso alla dimensione virtuale.
Il pericolo social
I social (WhatsApp, Messenger e altri) sono canali dove si possono ricevere proposte inappropriate, foto o video a contenuto sessuale, o dove possono essere diffusi o pubblicati foto e video a sfondo sessuale senza consenso.