Martedì 5 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
QN X le Donne

Bambini che denunciano padri violenti, la poliziotta: “Sono dei piccoli eroi, li ho tutti nel cuore”

Pamela Franconieri, vice questore aggiunto e funzionario del Servizio Centrale operativo della Polizia di Stato: “Tra i racconti più frequenti: ‘papà picchia la mamma, questa cosa non la voglio più vedere’. Fanno una cosa davvero grande, immensa”. La specializzazione degli agenti (ma anche l’empatia)

Roma, 6 agosto 2024 – Confida: “I bambini che chiamano per denunciare violenze e maltrattamenti li ho tutti nel cuore. Sono dei piccoli eroi. Chiamano i numeri dell’emergenza, il 112 o 114 (la linea promossa dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia e gestita da Telefono Azzurro) e raccontano: papà picchia la mamma, questa cosa non la voglio più vedere. Questi bambini fanno una cosa davvero grande, immensa. Sono bambini coraggiosi”.

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Pamela Franconieri, vice questore aggiunto, funzionario del Servizio Centrale operativo della Polizia di Stato, si occupa di reati contro la persona e conferma una tendenza che i casi di cronaca raccontano tra le situazioni più frequenti: le violenze in famiglia sulle donne denunciate dai minori.

La app YouPol della polizia di Stato

"Un altro strumento importante – ricorda il vice questore aggiunto - è la app YouPol della polizia di Stato, dedicata soprattutto ai più giovani. Vale per le segnalazioni di reati anche di strada ma non esclude i maltrattamenti e le violenze. Consente di fare segnalazioni anche in modo anonimo che arrivano alla sala operativa della Questura di competenza, in tutta Italia. Qui rispondono poliziotti di pronto intervento che sono formati per la gestione delle chiamate”.

Bambini che denunciano padri violenti: la stanza dell'ascolto e il vice questore della polizia di Stato, Pamela Franconieri
Bambini che denunciano padri violenti: la stanza dell'ascolto e il vice questore della polizia di Stato, Pamela Franconieri

Come va ascoltata la segnalazione di un minore

Ma cosa serve per poter inquadrare in modo corretto la segnalazione di un minore? “Prima di tutto una rassicurazione, per ascoltare e aiutare. Naturalmente se viene segnalata un’emergenza, parte subito la volante. Se invece è un maltrattamento in famiglia che non sta avvenendo in quel momento, iniziano le indagini”.

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"Minore tutelato anche per la violenza assistita”

“La tutela del minore – chiarisce il vice questore – per il nostro ordinamento vale anche per la violenza assistita. Chi ha meno di 18 anni e assiste alle violenze che coinvolgono le persone per lui rappresentative dal punto di vista relazionale, è offeso dal reato come la persona maltrattata”. 

Per arrivare alla denuncia, conta molto “il tessuto della rete sociale che il minore vive, spesso le segnalazioni partono dalle scuole, da una confidenza, da un professore particolarmente empatico”.

La difficoltà delle donne di denunciare le violenze

"Queste sono reati difficili da denunciare per la vittima – è il ragionamento di Pamela Franconieri -. La casa da luogo di protezione si trasforma in luogo di violenza. Diventa difficile denunciare il proprio partner, c’è paura per il futuro, si vive un senso di inadeguatezza, un senso di colpa. La donna teme che le verranno tolti i bambini. Si crea insomma un insieme di situazioni emotive che rendono difficili fare quel passo. I bambini sono molto coraggiosi e decidono di fare questa cosa immensa”.

La Convenzione di Lanzarote a tutela del bambino

"Il bambino ha diritto di essere ascoltato – sottolinea il vice questore della polizia di Stato -. Lo stabiliscono le convenzioni  internazionali, il faro è quella di Lanzarote del 2008, il Consiglio d’Europa per la protezione dei minori”.

Le stanze dell’ascolto (protetto)

Ma le forze dell’ordine, rimarca la funzionaria della polizia di Stato, devono anche preoccuparsi della cosiddetta “vittimizzazione secondaria, cioè del trauma che può vivere il minore quando entra nel circuito di un procedimento penale”.

Anche per questo i bambini "vengono ascoltati in modalità protetta, sia come vittime che come testimoni di reati di violenza di genere. Dunque è sempre presente uno psicologo o uno psichiatra formato sull’adolescenza. Diventa necessario creare un clima di serenità, per questo serve un esperto anche delle emozioni, anche per evitare danni ulteriori”. Così le stanze dell’ascolto protetto “non hanno nulla di simile agli altri uffici di polizia. Sono accoglienti, c’è uno spazio per disegnare, i piccoli si trovano a loro agio, non ci sono telefoni che squillano”.

La specializzazione della polizia di Stato

Un’altra cosa importante, conclude il vice questore, “è la specializzazione degli investigatori che sono a contatto con i minori. Nelle squadre mobili ci sono poliziotti formati nei reati di violenza di genere e nei reati a danno dei minori”. Serve priam di tutto formazione ma anche “empatia, il conforto e assieme la capacità di dare informazioni chiare. Con i bambini bisogna essere onesti. Loro sono dei piccoli eroi”.