di Danilo Venturi*
Il mondo sta cambiando e con esso, anche la moda. Ce lo mostrano all’Istituto degli Innocenti otto tra i migliori studenti di IED Italia, Spagna e Brasile. Guidati dall’artista Lucy Orta, i loro progetti danno forma a Transitions, un’installazione che interpreta e abbraccia il cambiamento. La transizione che genera tutte le altre è storica. Non si può infatti pensare che una sequenza di pandemia, guerra e crisi finanziaria non produca alcun cambiamento nel modo in cui pensiamo, viviamo e vestiamo. La seconda è generazionale. Con il completamento di un percorso scolastico, i giovani di Transitions affrontano uno dei passaggi rituali che portano all’età adulta, e nel farlo marcano la differenza con le generazioni precedenti. La terza transizione è linguistica. Nel progettare l’installazione, gli studenti utilizzano un linguaggio multidisciplinare che ibrida i codici della moda con quelli dell’arte, del design e della comunicazione a diversi livelli, ognuno a modo suo, e non necessariamente nella stessa sequenza.
Il risultato è che da oggi la moda parla una nuova lingua. Come sempre accade nelle arti visive, la forma è sostanza. Le transizioni in atto contengono infatti un sistema valoriale che si sta affermando molto più velocemente rispetto a quelli del passato. Il valore centrale è la consapevolezza, un concetto che va ben oltre la sostenibilità legata al sistema produttivo per abbracciare il modo in cui acquistiamo, il modo in cui viviamo la città e gli spazi domestici, e il modo in cui ci relazioniamo agli altri nel rispetto delle diversità. Nella moda, la consapevolezza diviene così la forma più avanzata di stile, non più fondato solo sull’affermazione estemporanea di un gusto personale, ma sull’impatto collettivo che esso può generare.
Non è solo ecologia ambientale ma anche visiva, psicologica, e sociale. Da qui il normcore dei giovani e di riflesso il quiet luxury degli adulti. Da qui anche l’affermazione della scuola come luogo dove lo studente impara chi è veramente, in che tipo di mondo vuole vivere, e come fa ad esprimerlo in pratica. Il valore strumentale, cioè il modo in cui si tende a creare, è la convergenza: quando i valori di un settore entrano in un altro settore, prima alterandolo, e poi creando un nuovo settore.
È successo quando sportswear e streetwear sono entrati nella moda d’alta gamma e sono diventati sneaker e t-shirt con funzioni d’uso classiche. Quando gli stilisti di moda hanno cominciato a ragionare da manager sono diventati direttori creativi. Oggi, mossi dal valore della consapevolezza, gli stilisti di moda diventano curatori d’arte, cioè hanno in mente un concetto, gli danno forma, e lo espongono in modo da connettere le persone e impattare nella società. Quando l’arte si fonde con l’elettronica e la finanz diventa NFT.
Nei prossimi anni, l’accelerazione tecnologica - si pensi all’arrivo dell’intelligenza artificiale - porterà a nuove convergenze, e ancora una volta, toccherà alla scuola sperimentarle prima che lo faccia il sistema. A patto che sia una scuola aperta e multidisciplinare. Il valore espressivo, cioè il modo in cui la consapevolezza e la convergenza si visualizzano è la disintermediazione, cioè la tendenza a creare, pubblicare e comunicare in modo indipendente da canoni, mezzi e sequenze prestabilite. Questa è una tendenza tipica della Generazione Z, cresciuta senza i parametri binari delle ideologie. Non solo. Essendo la prima vera nativa digitale, è cresciuta nell’ambiente senza spazio e senza tempo di internet.
La dimensione dei Gen Z è globale, quasi priva di riferimenti storici e geografici. Proprio per questo danno importanza al momento, al luogo specifico, e all’energia che essi sprigionano. È il concetto di genius loci, che ha guidato IED a trasferire i laboratori di moda a Palazzo Pucci, proprio dove Emilio Pucci creava le sue collezioni, e che ci porta domani 14 giugno in occasione di Pitti Uomo all’Istituto degli Innocenti, un luogo che sottolinea l’attenzione per i più deboli e svantaggiati.
L’attenzione ai grandi temi umani e sociali è terreno comune alla missione formativa IED, una scuola di produzione critica in costante dialogo con le istituzioni e la società, un incubatore di idee e di progetti da sviluppare e presentare nelle più importanti occasioni di confronto con il sistema produttivo, qual è Pitti Uomo per la moda internazionale. La moda deve tornare ad ispirare, emozionare e aggregare persone. Deve riflettere ciò che accade nel mondo e impattare sulla società.
*Direttore IED Firenze