di Matteo Zoppas*
Quello della moda è un settore che da sempre è motivo di vanto per il nostro Paese, che ha in eventi come Pitti Uomo 104 delle fantastiche vetrine internazionali, capaci di attrarre sui nostri territori – in città d’arte che tutti ci invidiano, come Firenze – decine di migliaia di operatori e buyer, molti dei quali esteri.
Grazie all’artigianalità e al know-how diffuso nei distretti d’eccellenza presenti in tutta Italia, la moda – il terzo comparto manifatturiero italiano - ci ha portato ad essere un punto di riferimento del bello e ben fatto in tutto il mondo, come dimostrato anche dai dati sull’export del 2022, che si attesta a oltre 80 miliardi di euro (+17,7 %sul 2021). Un trend positivo che sembra essere confermato anche per il 2023: nei primi due mesi di quest’anno il valore delle esportazioni di prodotti del tessileabbigliamento è cresciuto del 12,7 % rispetto al 2022, sfiorando gli 11 miliardi di euro.
Anche il segmento menswear, che ha in Pitti Uomo uno dei suoi più alti momenti di celebrazione e valorizzazione, ha vissuto un 2022 di grandi soddisfazioni a livello di interscambio con l’estero: l’abbigliamento uomo ha generato esportazioni per 5,7 miliardi di euro, registrando un incremento del 22% sul 2021. Positivi anche i primi mesi del 2023, che hanno visto un incremento del 23,2% sullo stesso periodo del 2022.
L’andamento in crescita del settore fa il paio con la vivacità degli importanti eventi di caratura globale, come appunto Pitti Uomo e le Fashion Week milanesi, per i quali ICE ancora una volta è in prima linea, sostegno delle oltre 61 mila imprese attive a livello nazionale e che occupano quasi 500mila addetti. Per le edizioni 2023, ICE ha rafforzato ulteriormente la sua collaborazione con Pitti Immagine attraverso un piano di potenziamento dell’incoming – che porterà 350 buyer e 250 giornalisti – e il sostegno alla settima edizione di ’Young Italian Start up Around the World’. Quest’anno, per la prima volta dalla fine della pandemia, a Pitti Uomo assisteremo al ritorno dei buyer dalla Cina – nonostante un segnale anomalo di arresto su aprile delle esportazioni – ma anche all’ampliamento dei mercati di riferimento con operatori provenienti dall’Africa e da altri Paesi in via di sviluppo come Vietnam e Indonesia.
Nazioni su cui ICE ripone grande attenzione poiché, accanto ai classici mercati di riferimento come Francia, Stati Uniti, Svizzera, Germania, sono e saranno strategici per le nostre esportazioni.
*Presidente ICE