Martedì 5 Novembre 2024

Olimpiadi invernali 2018, chi sono gli italiani da medaglia

Su il sipario sui Giochi del riscatto: dopo il flop di Sochi 2014 e del calcio ora il tricolore può sognare Olimpiadi invernali 2018 in tv, orari delle gare (Rai ed Eurosport) e italiani da seguire Olimpiadi invernali 2018, calendario Olimpiadi invernali 2018, le 10 gare da non perdere (e gli orari tv)

Lo sciatore azzurro Dominik Paris (Lapresse)

Lo sciatore azzurro Dominik Paris (Lapresse)

Pyeongchang, 9 febbraio 2018 - Le Olimpiadi invernali 2018 della storia dello sport rappresentano di certo un punto cruciale per l’attuale dirigenza del Coni: Sochi 2014 era arrivata troppo presto, a elezioni appena concluse, mentre Rio 2016 si è rivelato un successo forse al di là di ogni più rosea aspettativa, con l’Italia rimasta nell’elite assoluta delle discipline estive, come auspicabile, non certo scontato. La sfida vera è però portare questo risultato anche a livello invernale, più difficile storicamente perché l’Italia è solo tredicesima nel medagliere assoluto dei Giochi della neve, non vince un oro da otto anni e non va in doppia cifra per podi dall’edizione casalinga di Torino 2006. Nel 2010 a Vancouver furono solo cinque le medaglie vinte, a Sochi otto ma senza nemmeno un oro.

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OBIETTIVO ALMENO UN ORO E DIECI MEDAGLIE di Gianmario Bonzi - C’è stato però il tempo per programmare, quattro anni appunto, e le scelte vincenti non sono mancate: dalla riorganizzazione delle squadre di sci alpino, con gruppi snelliti, più allenatori, e i migliori talenti almeno femminili accorpati nella neonata squadra polivalenti, alla utilizzazione dello storico centro di preparazione olimpica estiva del Coni a Formia; senza dimenticare il nuovo ruolo della leggenda Armin Zoeggeler come dt dello slittino, un autentico «dirigente-operaio», capace di imporre scelte dure (come ringiovanire la squadra), ma anche spendersi in prima persona per il lavoro sui materiali, sulla preparazione atletica e persino in grado di accompagnare gli atleti da specialisti in Germania per curare malanni fisici, macchina in mano. Certo, l’Italia non è più competitiva nel bob, disciplina dominata tra anni ’50 e ’60, né lo è mai stata veramente in tutti gli sport «giovani» catalogati sotto freestyle, ma ha comunque sfiorato quota 80 podi tra Coppa del Mondo e Grand Prix in stagione, ottenendoli soprattutto in nove specialità diverse (cinque della neve, quattro del ghiaccio), impresa riuscita solo ad altre due nazioni.

Tenendo conto che le potenze mondiali sono altre, in primis Norvegia e Germania, l’obiettivo è noto da tempo: vincere almeno un oro e raggiungere quota dieci medaglie. Possibile? Sì, ma servirà tanta fortuna, quella per esempio mancata a Sochi 2014, dove i quarti posti furono sette. La ruota però gira per tutti, banalmente, e anche l’assenza di podi nello sci alpino femminile, che perdura da Salt Lake City 2002, sembra destinata a terminare. Le punte del team azzurro sono donne. Michela Moioli arriva a Pyeongchang da numero uno al mondo nello snowboard cross. Le avversarie non mancano, ma nessuna è veloce come lei sulla tavola. Solo, dovrà affrontare cinque avversarie per volta a ogni run, e non più tre. Il suo tallone d’achille è la partenza, anche se per fortuna il dente iniziale della pista di Phoenix Snowpark le piace: nel caso, trovarsi nel traffico dei «sorpassi» sulla tavola sarebbe assai rischioso. Federica Brignone, finalmente maturata sotto ogni aspetto, e Sofia Goggia, al top della carriera, partono per vincere tra gigante e discipline veloci nell’alpino, ma per farlo dovranno superare campionesse più quotate, come Mikaela Shiffrin, Lindsey Vonn, Viktoria Rebensburg, Tessa Worley, Lara Gut, Anna Veith, Tina Weirather. Durissima, anche se piste e neve saranno «amiche». Arianna Fontana e Martina Valcepina sono tra le favorite sui 500m short track, dove le coreane restano meno forti rispetto alle distanze preferite, 1000m e 1500m. Dorothea Wierer è potenzialmente da podio anche in quattro gare nel biathlon, dove però un bersaglio colpito in più o in meno basta per cambiare la storia. 

Carolina Kostner vale il terzo posto dietro le fenomenali russe, è spinta dalla giuria che la vede da sempre come la più elegante pattinatrice sul ghiaccio, ma dovrà... aiutarsi da sola sbagliando il meno possibile. E ci sono anche i maschi, ovvio. Pellegrino lotterà per l’oro nella team sprint, con Noeckler, Paris e Fill affrontano una pista forse troppo facile per loro, mentre attenzione agli slittinisti, in grado di sorprendere: Dominik e Kevin Fischnaller si trovano bene sul budello coreano e potrebbero anche trascinare la squadra a un risultato clamoroso.