Pronti. Via. Bum! La prima volta di Kimi Antonelli in F1 è durata sì e no dieci minuti. Giusto il tempo di spingere subito forte, per portare al limite la monoposto di George Russell, futuro compagno di squadra del ragazzo d’Emilia. Poi, il crash. Il diciottenne ha perso il controllo della Mercedes in zona Parabolica subendo un impato da 52 g (e ha annullato la conferenza stampa del pomeriggio). Forse è stato tradito dall’entusiasmo, forse ha pagato pedaggio all’emozione, forse non è stato aiutato dal nuovo manto stradale di Monza. Sia come sia, Antonelli è andato a schiantarsi contro le barriere pneumatiche. Vettura danneggiata, prove libere interrotte. Più o meno seicento secondi per un debutto che il diretto interessato aveva certo sognato diverso. Molto diverso.
"Colpa mia". Via radio, Kimi ha subito rassicurato la squadra. "Sto bene, non mi sono fatto niente, vi chiedo scusa, è stato un mio errore". Molto affettuosa è stata la reazione di Toto Wolff. Il capo della Mercedes ha aperto il microfono in diretta tv perché evidentemente voleva che tutti ascoltassero le sue parole. Queste: "Kimi, stai tranquillo, è tutto sotto controllo, non è successo niente".
Anche Hamilton, che era in pista al momento dell’incidente, si è sincerato in tempo reale delle condizioni del…successore.
"Imparerà". Sull’episodio, che ovviamente ha turbato quanti sugli spalti avevano già cominciato a fare il tifo per il Golden Boy, è poi intervenuto in modo analitico Bradley Lord, il responsabile della comunicazione Mercedes. Ecco cosa ha detto: "Avevamo dato a Kimi la macchina di Russell, dotata di un nuovo fondo. Lui si è presentato con l’approccio giusto: ha tirato subito al massimo, come è normale che sia. È stato bello vederlo all’opera. L’incidente è stato spettacolare ma senza conseguenze. Lo consideriamo un altro passaggio del percorso di apprendimento".
Precedenti. Del resto, la storia dei Rookies in Formula Uno è piena zeppa di futuri fuoriclasse che all’inizio della carriera sono incappati in svarioni, sciocchezze, errori.
Max Verstappen, giusto per citare il campione del mondo in carica, da giovanissimo si era guadagnato l’etichetta di ’sfascia carrozze’. Ayrton Senna veniva considerato ’troppo pericoloso’ dai colleghi più maturi. Gilles Villeneuve era reputato un kamikaze.
Potrei continuare con l’elenco, accompagnato però da una raccomandazione: non sto dicendo che Kimi Antonelli diventerà grande come i personaggi che ho citato.
Ovviamente non lo so e il ragazzo deve ancora dimostrare tutto, ci mancherebbe.
Semplicemente e banalmente, il suo avvenire non dipenderà da quanto accaduto ieri alla Parabolica.
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