di Riccardo Galli
Che strana sensazione vivere un Gp di Misano senza i colori di Valentino. Anzi, per la verità, i colori ci saranno. Ci sarà tutto il suo popolo giallo, ci saranno i cappellini e le bandiere con il numero 46, perché Rossi – in qualche modo – al "Simoncelli" cercherà di apparire. Ci mancherebbe.
Poi la sensazione da raccontare, sarà quella di non vederlo lì, in pista, sulla griglia di partenza, sulla pit o scendere dal motorhome che da sempre rappresentava la sua casa nei giorni del Gp di San Marino e di Rimini. Sarà la prima volta, infatti, che al semaforo verde di Misano non ci sarà lui: Rossi, in pista.
Lui che qui è a casa. Che a Misano fa ’studiare’ e battere i ragazzi della sua Academy. Qui, dove un anno fa, corse la sua ultima gara italiana di una carriera infinita, prima di andare in pensione, a novembre, a Valencia.
Sarà un Misano diverso, senza dubbio. Perché le emozioni e le favole che Valentino ha raccontato e fatto vivere sul tracciato romagnolo rappresentano pagine di una bellezza unica.
E poi, se c’è un giro in moto da fare (o anche in minimoto), Rossi se lo regala ancora qui. E poi a Misano, Vale è stato accolto comunque da eroe nel week end non proprio fortunatissimo di una delle tappe del Gt Europe a cui partecipa a bordo della sua Audi. Le corse in auto la sua passione da ex numero uno delle due ruote.
Chissà cosa s’inventerà, Valentino per salutare comunque il popolo (non solo quello in giallo) che ha deciso di vivere a Misano la tappa di una MotoGp che proprio al "Simoncelli" rappresenterà una fase chiave e decisiva nella corsa al titolo mondiale.
Fase nella quale dovrà calarsi proprio il suo allievo prediletto, Bagnaia.
Pecco, il primo dei suoi ragazzi fatti crescere nell’Academy. Pecco, il numero uno della Ducati che proprio nei messaggini e nelle telefonate di Rossi trova – gara dopo gara – i suggerimenti e i trucchi indispensabili per fare bene. Per correre e per sognare.
Ci sarà anche per questo Valentino, nel primo Misano senza... Valentino, perché il suo essere accanto a Pecco potrebbe rivelarsi la chiave giusta per aprire la porta del Mondiale che Quartararo sta cercando di chiudere in faccia a tutti gli avversari.
Ci saranno i colori e il numero 46 sulle tribune, mentre lo speaker racconterà una griglia di partenza che non vivrà il boato che da sempre ha acceso la gara della Riviera. Quel boato che arrivava puntuale dopo il nome di Rossi. Con Rossi pronto a ringraziare tutti e subito nel modo che più gli piaceva. Con una gara da brividi, una staccata unica, un podio dove lo spumante correva a fiumi. Bella storia, quella storia.