Sindaco Dario Nardella, dire Pitti oggi per Firenze che cosa significa?
"Tradizione, formazione, innovazione. Tradizione della città della moda per antonomasia, dato che la moda moderna è nata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, nel luglio 1952 quando il lungimirante imprenditore Giovanni Battista Giorgini organizzò lì la prima grande sfilata dell’alta moda tricolore. Formazione, per le tante scuole e corsi di moda che sono nati e che mi auguro continueranno a nascere e per la ‘bottega’ che ancora viene svolta nei grandi hub del territorio. Innovazione, per la capacità di cogliere le avanguardie e le anticipazioni del mercato e di portarle a Firenze in quello che è da sempre il primo Salone che apre l’anno a livello nazionale e internazionale".
La città con il suo hinterland s’imporrà sempre di più nel mondo della moda: qual è il ritorno per i cittadini?
"Pitti non è una manifestazione che si esaurisce in pochi giorni ma un momento fondamentale della vita della città che deve legarsi sempre di più con la sua vita sociale, con la sua cultura e con il mondo del nostro artigianato. I numeri ci confortano. La moda è tornata una filiera con il segno più, import ed export sono cresciuti e ci aspettiamo altra crescita nel 2024. Il comparto ha tenuto grazie alla qualità e alla forza dell’export del nostro territorio. Se l’export è la nostra forza, la filiera produttiva è il nostro valore aggiunto rispetto al resto del mondo".
Con l’apertura dei nuovi stabilimenti a Bagno a Ripoli, Pontassieve, Scandicci, la Grande Firenze sta diventando una delle realtà produttive più importanti d’Italia: continuerà ad attrarre investimenti?
"Ne sono più che convinto. Il settore, pur nella difficile congiuntura degli ultimi anni – in primis il Covid, poi la guerra in Ucraina e ora il conflitto in Medio Oriente – non ha smesso di investire. Il distretto crescerà perché il nostro è l’unico territorio dove trovi tutti i diversi settori della catena: la formazione con le scuole, le competenze, le aziende piccole e i brand internazionali, la creatività e la storia. Gli investimenti di grandi gruppi come LVMH e Kering, Fendi e più recentemente Saint Laurent ne sono prova. Sono tutti segnali positivi e di grande auspicio per un’ulteriore crescita futura".
Un’iniezione benefica per il Pil della provincia fiorentina e anche un pilastro per l’occupazione. Sostenibilità, formazione e innovazione: si cerca manodopera qualificata e una grande varietà di figure professionali...
"Senza dubbio il ‘sistema moda’ è uno dei più trainanti per noi e per l’occupazione. Pur nelle difficoltà che ho accennato il comparto sta crescendo notevolmente e con esso la richiesta di personale sempre più qualificato e formato. Se vogliamo difendere e promuovere la filiera della moda di alta gamma, una lunga catena costituita dall’artigianato, dal saper fare e dalla formazione, a partire da quella più minuta ma non per questo meno importante, di figure come quella del tagliatore o del modellista, è proprio sulle competenze, sulle persone, sul capitale umano, che dobbiamo puntare".
Qual è la ricetta che ha portato l’area metropolitana Fiorentina a essere così ambita a livello delle più grandi griffe?
"Formazione, produzione, la grande visibilità e prestigio di Pitti Immagine che rimane nostro interlocutore principale autorevole esponente di avanguardia nel campo della moda e fortemente legato alla città, le grandi maison che qui hanno sede, da Gucci a Ferragamo, entrambe con una forte identità fiorentina e legate alla città e ai suoi progetti. Non dimentichiamo la presenza di grandi accademie di moda dall’Istituto Marangoni allo Ied, dal Polimoda all’Alta scuola di pelletteria di Scandicci di cui siamo soci per un modello di cooperazione pubblico-privato qualificante. Siamo da sempre al lavoro con tutti questi attori per far sì che Firenze e la Città metropolitana siano sempre di più una meta ambita da aziende e buyer ma anche una destinazione centrale per il rapporto tra moda, lavoro e cultura. Firenze dal Rinascimento è leader nella coltivazione dei talenti. Mi piace che anche nel campo della moda continuiamo a essere una fucina all’avanguardia".