Leonardo da Vinci fu l’allievo più celebre. Ma molti altri giovani artisti della sua bottega non erano certo da meno: Desiderio da Settignano, Domenico del Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Bartolomeo della Gatta, Lorenzo di Credi. Nella storia dell’arte solo Giotto, Donatello e Raffaello hanno dato origine a una “scuola” paragonabile a quella di Verrocchio. Ed è per questo che la mostra in corso a Palazzo Strozzi (fino al 14 luglio), la prima retrospettiva mai dedicata all’artista fiorentino, offre l’occasione per uno sguardo a tutto tondo sulla produzione artistica a Firenze tra il 1460 e il 1490 circa, ossia l’epoca di Lorenzo il Magnifico. Artista emblematico del Rinascimento e prototipo del genio universale, Verrocchio sperimentò nella sua bottega tecniche e materiali diversi, dal disegno alla scultura in marmo, dalla pittura alla fusione in bronzo. Egli formò un’intera generazione di maestri, con i quali ha sviluppato e condiviso generosamente il proprio sapere. Tramite il suo insegnamento si formarono artisti che hanno diffuso in tutta Italia, e fuori, il gusto e il linguaggio figurativo fiorentino. Curata da due tra i maggiori esperti del Quattrocento, Francesco Caglioti e Andrea De Marchi, la mostra comprende oltre 120 opere tra dipinti, sculture e disegni, con prestiti provenienti da oltre settanta tra i più importanti musei e collezioni private del mondo. Organizzata dalla Fondazione di Palazzo Strozzi insieme al Museo del Bargello (dove si trova una sezione speciale dell’evento), l’esposizione è l’occasione per ammirare al contempo gli esordi del genio di Vinci, con sette sue opere, alcune delle quali per la prima volta esposte in Italia. Il titolo è infatti Verrocchio, il maestro di Leonardo e rientra nel calendario delle celebrazioni leonardiane del 2019. Fra i tanti capolavori presentati, il David del Verrocchio in prestito dal Bargello, e il Putto col delfino, dal Museo di Palazzo Vecchio. Alla scultura si affiancano dipinti supremi come la Madonna col Bambino della Gemäldegalerie di Berlino o la Madonna col Bambino e angeli e l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo della National Gallery di Londra. La selezione di disegni e dipinti su lino provenienti permettono inoltre un confronto vivo e diretto tra i lavori del maestro e quelli dei suoi allievi, come nel caso della celebre Dama dal mazzolino del Bargello posta accanto allo studio di Braccia e mani femminili di Leonardo da Vinci, prestato dalla Regina Elisabetta II. E poi una novità: l’attribuzione al giovane Leonardo della Madonna col Bambino, scultura in terracotta che per la prima volta esce dal Victoria and Albert Museum di Londra di cui fa parte dal 1858 e dove è solitamente esposta come opera di Antonio Rossellino. “La mostra è centrata su un artista, ma è al tempo stesso l’affresco di un’intera epoca - spiegano i curatori Francesco Caglioti e Andrea De Marchi -. Nessun maestro ha plasmato al pari di Verrocchio l’arte di Firenze negli anni di Lorenzo il Magnifico. Educatosi da orafo, scoprì la vocazione alla scultura monumentale frequentando Desiderio da Settignano e la bottega di Donatello e si schiuse a cimenti sempre nuovi, si affermò come massimo bronzista dei suoi tempi, praticò il disegno in varie tecniche, approdò infine alla pittura. Poco più che trentenne, verso il 1470 era ormai un punto di riferimento per tutti, e la sua bottega una fucina, come quella di Donatello, aperta e generosa, capace di far dialogare le arti congeneri. Impose un gusto, dal quale discesero la svolta proto-classica degli ultimi decenni del Quattrocento e, indirettamente, la stessa Maniera Moderna”.
Lunedì 25 Novembre 2024
ArchivioQuando il Maestro dei maestri si prende tutto il palcoscenico