Giovedì 21 Novembre 2024
GIANMARIO BONZI
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GOGGIA & COMPANY TUTTE IN CORSA PER L’ORO OLIMPICO

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di Gianmario Bonzi

L’Italia dello sci alpino si aggrappa alle fanciulle dirompenti di questo inizio stagionale, strizza l’occhio ai maschietti che pur sottotraccia rispetto a Goggia&compagne sono competitivi in tutte le specialità, e sogna in grande in vista dei Giochi Olimpici di Pechino 2022, sempre circondati da incognite di varia natura, legate al Covid-19 e alle piste, in molti casi completamente sconosciute. Ciò detto, non va dimenticato che l’ultima edizione invernale con uomini e donne italiane dello sci alpino a medaglia risale ormai a 27 anni fa, Lillehammer 1994 (saranno 28 all’epoca di Beijing 2022) e che a Torino 2006, non un secolo fa, non arrivò nemmeno un podio, complice anche l’uscita di Giorgio Rocca in slalom al Sestriere dopo aver fatto segnare il miglior intermedio nella prima manche. L’importante è andare oltre i Mondiali di Cortina 2021 (monito, questo, lanciato anche dal Presidente FISI Flavio Roda lo scorso autunno), quando di medaglie ne arrivarono due, una anche d’oro con Marta Bassino, ma a fronte di aspettative ben più alte (senza Sofia Goggia, infortunata) e ricordando che la specialità dove vinse la cuneese, il parallelo, ai Giochi non ci sarà. Lo scorcio iniziale di stagione ha regalato enorme gloria all’Italia femminile, mai così performante (6 vittorie con due atlete diverse, 10 podi con 4 ragazze nelle prime 14 gare) in 56 edizioni della Coppa del Mondo. Se Goggia fa sognare il bis a cinque cerchi in discesa, riuscito solo a Katja Seizinger tra Lillehammer 1994 e Nagano 1998, va detto che tre azzurre, la stessa Goggia, poi Brignone ed Elena Curtoni, si ritrovano ai primi tre posti della classifica di superG, anche questo fatto mai accaduto prima.

E il "risveglio" di Marta Bassino in gigante, detentrice della Coppa di specialità, è l’ultima notizia positiva che aspettavamo. Ma la carta più grande da oro, maschi compresi, resta quella di Sofia in discesa libera, anche perché, come per il 2018, la pista è nuova e la bergamasca ha sempre dimostrato grande capacità di adattamento a tracciati mai provati prima da nessuno. In superG Lara Gut, campionessa del mondo e vincente seriale nella disciplina, è avversaria tosta, così come Shiffrin, Vlhova e le tante altre outsider di lusso (leggi austriache, ma anche Hector, Gisin e Mowinckel) tra gigante e slalom.

A livello maschile, manca forse l’atleta dominante alla Goggia, ma Paris salirà di colpi cammin facendo e giunge ai Giochi, dove mai è andato a medaglia, con la maturità giusta per spezzare il tabù; in più, i ragazzi italiani dalla loro hanno un vantaggio, cioè frecce all’arco in tutte le specialità, dallo slalom (Vinatzer, ma non solo, Razzoli, Sala e Maurberger sono lì con i migliori) al gigante (De Aliprandini, mai così costante in carriera), passando ovviamente da discesa e superG, con gli esperti e vincenti Paris&Innerhofer e un ritrovato Marsaglia. In più, Riccardo Tonetti è stato quattro volte tra i primi cinque in Coppa del Mondo in combinata, senza però mai salire sul podio: che stia tenendo i fuochi d’artificio per la gara della vita, a febbraio?