Venerdì 26 Luglio 2024

Una comparsa lenta. Tra diffidenze e grandi carestie

La storia della patata è legata alla coltura inca che escogitò il chuño, un sistema del tutto naturale per conservare...

Una comparsa lenta. Tra diffidenze e grandi carestie

Una comparsa lenta. Tra diffidenze e grandi carestie

La storia della patata è legata alla coltura inca che escogitò il chuño, un sistema del tutto naturale per conservare a lungo i tuberi su cui si basava l’alimentazione del Paese. La patata arrivò in Italia intorno al 1564, presente negli orti botanici di Padova e di Verona. A fine settecento tutte le accademie agrarie del Veneto ne raccomandarono la coltivazione, che allora avvenne solo in via sperimentale. Pur essendo introdotta nel vitto delle guarnigioni austriache, fino al 1830-40 la patata venne usata esclusivamente come alimento per gli animali.

Nel Seicento le patate sono ancora una curiosità botanica e il granduca Ferdinando II de Medici, decise di farle piantare a Firenze. Sempre nel Seicento la patata è presente a Bologna, nei campi dell’università, dove viene coltivata grazie a condizioni climatiche e di suolo favorevoli. La coltivazione su larga scala iniziò a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, chi dice dietro suggerimento dell’agronomo friulano Antonio Zanon, che nel 1783 raccomandava la coltivazione delle patate per prevenire le carestie. Nelle isole britanniche la patata arrivò direttamente dall’America – in particolare dalla Virginia– nel 1586, e dopo due anni cominciò a essere coltivata in Irlanda. Ci fu pure anche chi inizialmente manifestò una certa diffidenza nei confronti del tubero, accusato di causare la lebbra.

La sfortunata apparizione di una malattia delle patate causata da un oomicete, la peronospora della patata e del pomodoro, che raggiunse l’Irlanda nell’autunno del 1845 distruggendo un terzo circa del raccolto della stagione e l’intero raccolto del 1846 fu una delle cause della Grande che colpì l’isola d’Irlanda tra il 1845 e il 1849, causando la morte di circa un milione di persone e l’emigrazione all’estero di un ulteriore milione.

vio.den.