La Notte dei Musei sbarca anche a Forlì. Per l’occasione il Museo Civico San Domenico e la mostra Preraffaelliti. Rinascimento Moderno – patrocinata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì – e allestita nelle sale dell’antico convento, resteranno aperti stasera fino alle 23.30, con chiusura della biglietteria alle 22.30.
La serata speciale a consentirà al pubblico di visitare una delle esposizioni più apprezzate e originali del 2024, in un contesto particolarmente suggestivo. I visitatori potranno approfittare anche di due visite guidate ad aggregazione libera che partiranno alle 20.40 e 21.00 al costo di cinque euro a persona oltre al regolare biglietto di ingresso, a cui si può accedere senza prenotazione e fino ad esaurimento posti.
Diretta da Gianfranco Brunelli e curata da un pool di autorevolissimi esperti come Elizabeth Prettejohn, Peter Trippi, Cristina Acidini e Francesco Parisi, Preraffaelliti. Rinascimento moderno, di distingue fra gli eventi espositivi della panorama italiana. Il racconto delle tele in mostra è anche una grande storia in ’rosa’: non solo perché molti dipinti raffigurano figure femminili, ma anche perché donne come Elizabeth Siddal, Evelyn De Morgan o Marianne Stokes non furono semplicemente ’muse’ degli artisti, ma contribuirono attivamente a plasmare l’estetica dei loro sodali. "Raccontare i Preraffaelliti – ha spiegato la professoressa Prettejohn – significa "parlare soltanto di una storia d’amore", l’amore per quell’arte italiana in cui si vedeva una rinascita dello spirito dell’uomo".
Oltre ad aver suscitato l’interesse e la curiosità di molti vip (come Anna Sui) l’esposizione di Forlì ha richiamato numerosi visitatori anche da tutto il mondo. Gli americani Allen e Anna Konehanno commentato: "Abbiamo vistoqui opere mai visto neanche in grandi gallerie e collezioni. Si tratta di un’esposizione di grandissimo valore in una città di piccole dimensioni. Esposizione di cui gli organizzatori devono andare davvero orgogliosi"
I Preraffaelliti cercavano la fedeltà alla natura, la visione pura della realtà delle cose; i loro colori erano vividi e schietti, quando il carbone delle ciminiere anneriva il cielo e le case. Cercavano nelle fonti letterarie l’ispirazione all’assoluto e la passione d’amore, mentre l’economicismo della Rivoluzione industriale mostrava una modernità contraddittoria e socialmente diseguale. Eppure non furono dei passatisti.
La loro non fu né una rivoluzione conservatrice, né una rivolta reazionaria. Aprirono al Simbolismo e all’Art Nouveau. Furono la prima avanguardia, il primo movimento che avrebbe aperto la strada a esperienze poi così diverse e persino contrapposte del Novecento europeo.