Giovedì 26 Settembre 2024
GIUSEPPE DI MATTEO
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Il Pianeta si salva smettendo di depredarlo

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di Giuseppe Di Matteo

Il nostro pianeta è meraviglioso. Ma malato. Anche per questo, eventi come l’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra promossa dalle Nazioni Unite in programma oggi e arrivata alla sua 52esima edizione, servono a lanciare l’allarme. La deforestazione sempre più massiccia, l’inquinamento idrico e dell’aria sono lì a ricordarci che non c’è tempo da perdere. Per non parlare del buco dell’ozono.

Lo sa bene Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico noto al grande pubblico anche grazie alla trasmissione radiofonica Green Zone, che conduce tutte le domeniche su Rai Radio 1 assieme a Francesca Malaguti. E il motto è tutto un programma: la Terra restituisce ciò che noi seminiamo.

Cosa stiamo seminando in questo ultimo periodo?

"Un bel niente. E sa perché? Perché il nostro è un modello economico predatorio. Preleviamo, consumiamo, buttiamo via. Noi del mondo ricco, che ci appropriamo delle risorse e lasciamo agli altri le briciole. Tanto il conto lo paga la parte più povera del pianeta. Per esempio in termini di emissioni. Un cittadino statunitense emette all’incirca 20 tonnellate di Co2 l’anno. Un indiano, ad esempio, 2".

L’Earth Day esiste da mezzo secolo. Sono stati fatti passi in avanti o si tratta della solita data ’museale’?

"Siamo di fronte alla solita data museale, nient’altro. Si discute, ma solo per rimandare i problemi di altri vent’anni. Ciò che si dovrebbe fare è ridistribuire le ricchezze del nostro capitale naturale, ma a pochi piace l’dea. Ed è un errore, perché la nostra economia deriva dalla biosfera, l’insieme delle cose viventi. Se non riusciamo a preservarla, avremo crisi ambientali sempre più frequenti con fenomeni come inondazioni, alluvioni, desertificazione. E non mi riferisco solo all’Africa o al continente asiatico".

Durante il primo lockdown legato all’emergenza Covid abbiamo avuto l’impressione che la natura stesse riconquistando il suo spazio. È una traccia da seguire o una romantica illusione?

"Un’illusione. Avremmo dovuto ’naturalizzare’ certi territori, insistere sulle energie rinnovabili. Invece siamo tornati indietro. Addirittura, complice anche la guerra in Ucraina, si parla ancora di combustibili fossili".

Cosa possiamo fare in concreto per salvare la Terra partendo dalla nostra vita di tutti i giorni?

"Potremmo cominciare a comprare prodotti a km zero. L’auto? Dobbiamo usarla di meno, magari prendendone una elettrica. Ma potremmo anche chiederci: quanta acqua viene consumata per il prodotto x che acquistiamo? Su questo c’è ancora poca attenzione".

Giornate come l’Earth Day sono un’occasione per riflettere. Un altro modello economico è possibile?

"Non sono un economista, ma ribadisco: il nostro è un sistema predatorio, che sottrae risorse e basta. Antieconomico, tra l’altro, perché favorisce una parte e scarica i costi di quel benessere sull’altra. Un nuovo modello è possibile, certo. Come? Cominciando anche a produrre cibo in modo diverso. Abbiamo trasformato il nostro pianeta in un immenso campo di mais, questo non va bene. Ma non è tutto. Ci sono troppi vigneti: non si può trasformare ogni collina d’Italia in una casa del vino. Servono più foreste e meno agricoltura intensiva".