Una bellissima volpe artica con lo sguardo perso nel vuoto del Mare Glaciale Artico: è questa la foto simbolo scelta da Banca Generali per rappresentare l’Obiettivo numero 13 dell’Agenda Onu 2030. La Banca private guidata dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa ha infatti dato vita ad un innovativo progetto fotografico incentrato sul racconto dei 17 SDGs. Si chiama ’BG4SDGs – Time To Change’ e, come suggerisce il nome, si ispira alla necessità di cambiamento che il Pianeta Terra chiede a gran voce. Per svilupparlo, la Banca ha chiamato uno dei maggiori fotografi italiani, Stefano Guindani, insieme all’antropologo Alberto Salza.
Il mirino della macchina fotografica di Guindani guarda dunque al racconto di ogni SDGs, che viene così affrontato con una duplice chiave di lettura: da un lato si evidenzia l’azione negativa dell’uomo sull’ambiente e sulla comunità, dall’altro come lo stesso genere umano abbia invece una straordinaria capacità di recupero attraverso soluzioni innovative e sostenibili.
Nella sua ricerca, Guindani spazia oltre i confini italiani ricercando casi critici e situazioni di eccellenza anche all’estero. Ed è proprio questo respiro internazionale del progetto che ha portato Guindani fino all’estremo nord del Mondo, rappresentato in questo caso dai ghiacciai delle Isole Svalbard in Norvegia. O, sarebbe meglio dire, gli ex ghiacciai.
Già, perché ad aspettare il fotografo non c’erano le millenarie distese di ghiaccio bensì cumuli di roccia e terra bagnate da un Mare Glaciale Artico che avanza sempre più minaccioso a coprire la terraferma. Le cause di questo scenario sono diverse, ma tutte tristemente ascrivibili all’azione umana: inquinamento, riscaldamento climatico, turismo di massa e tentativi di sfruttamento del suolo. Tutti elementi che stanno concorrendo a dar vita ad uno scenario sempre più desolante e drammatico. Decine di migliaia di animali stanno perdendo il loro habitat naturale e rischiano seriamente l’estinzione.
Per questo motivo la foto simbolo scelta da Banca Generali e Stefano Guindani per rappresentare la drammatica situazione è quella di una volpe artica: il bianco candido del suo pelo, un tempo prezioso alleato per mimetizzarsi tra i ghiacci, spicca sul marrone intenso di una parete rocciosa nella quale cerca invano di procacciarsi del cibo.
"Durante l’analisi di questo obiettivo – afferma lo stesso Stefano Guindani –, ho vissuto sensazioni di assoluta bellezza ma anche di grande sconforto, assistendo dal vivo a immagini che testimoniano perfettamente ciò che sta accadendo al nostro pianeta e agli esseri che lo popolano. Vorrei che tutti cominciassimo da subito a vivere e a consumare in maniera virtuosa. Sarebbe molto costruttivo – conclude Guindani – e lascerebbe ai nostri discendenti un pianeta bellissimo in cui poter vivere".