
"padre putativo" di Gesù
Il 19 marzo, nei paesi di tradizione cattolica, come Italia, Spagna e Portogallo, si celebra la figura paterna. Secondo la credenza infatti, questa sarebbe la data della morte di San Giuseppe, padre adottivo di Gesù, pertanto, nel 1479, papa Sisto IV inserì tale festività nel calendario romano. I Vangeli e la dottrina cristiana affermano che il vero padre di Gesù è Dio: Maria lo concepì miracolosamente per intervento dello Spirito Santo (Vangeli secondo Matteo, Luca, Giovanni), senza aver avuto unione di carne con il suo promesso sposo Giuseppe, che, inizialmente intenzionato a ripudiarla in segreto, fu messo al corrente di quanto era accaduto da un angelo apparsogli in sogno e accettò di sposarla e di riconoscere legalmente Gesù come proprio figlio. Perciò la tradizione lo chiama "padre putativo" di Gesù. Nel 1955, un’altra festività, sempre religiosa, venne dedicata a San Giuseppe, ovvero il 1 maggio, giorno di San Giuseppe Artigiano, ricorrenza istituita dalla Chiesa in risposta alla festa dei lavoratori che aveva origini sindacali e socialiste. In Matteo 13,55 la professione di Giuseppe viene nominata quando si dice che Gesù era figlio di un tékton. Il termine greco tékton è stato interpretato in vari modi. Si tratta di un titolo generico, che non si limitava a indicare i semplici lavori di un falegname, ma veniva usato per operatori impegnati in attività economiche legate all'edilizia, in cui si esercitava piuttosto un mestiere con materiale pesante, che manteneva la durezza anche durante la lavorazione, per esempio legno o pietra. Accanto alla traduzione - accettata dalla maggior parte dagli studiosi - di tékton come carpentiere, alcuni hanno voluto accostare quella di scalpellino. Qualche studioso ha ipotizzato che non avesse una semplice bottega artigiana, ma un'attività imprenditoriale legata alle costruzioni, dunque in senso stretto non doveva appartenere a una famiglia povera.