Roma, 21 novembre 2022 - Incidenti stradali 2022: gli automobilisti si auto-assolvono. Chi è al volante ha una percezione di sé e dei propri comportamenti decisamente indulgente e il dito puntato contro gli altri.
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I pericoli che causano incidenti o situazioni potenzialmente a rischio vengono attribuiti alle condotte altrui. La fotografia ai guidatori in viaggio è stata scattata dalla seconda edizione della ricerca sugli stili di guida degli utenti, commissionata da Anas (Gruppo FS Italiane) e condotta da CSA Research - Centro Statistica Aziendale - con interviste su un campione di oltre 3mila persone e con circa 5mila osservazioni dirette su strada, presentata oggi nell’ambito del convegno "Sicurezza stradale: obiettivo zero vittime" organizzato in occasione della giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada.
Non è mai colpa nostra
Nella percezione di sé e degli altri, mentre si è alla guida, si evidenzia una significativa discrepanza. Per quanto riguarda il rispetto delle regole del codice della strada, in una scala da 1 a 10, il giudizio su sé stessi oscilla tra un punteggio compreso tra l’8 e l’8,8. Decisamente meno clementi quando si esprime un giudizio sugli altri: qui la percezione raccoglie consensi che vanno da 5 a 5,9. Questa forma di distorsione percettiva, nota come self serving bias, si accentua in modo particolare nel contesto della guida, investendo il giudizio sulla totalità dei comportamenti.
Frecce, queste sconosciute
L’automobile rappresenta da sempre un oggetto fortemente identitario nella cultura italiana. Non solo un mezzo di trasporto, ma anche di espressione della propria personalità, una seconda casa in cui si vuole essere comodi e riflettere il proprio stile. Guidare l’auto è dunque un’attività che occupa un tempo significativo della giornata e in cui si riflettono valori e gusti personali. Nella guida le persone investono tempo e intelligenza, confrontandosi con un contesto che però, soprattutto nei centri metropolitani o trafficati, può essere anche molto stressante. Come attività che prevalentemente si svolge da soli, la guida enfatizza inoltre una prospettiva individualistica con atteggiamenti di idealizzazione di sé e ostilità verso gli altri. In sostanza, la guida rappresenta un piacere individuale mentre gli altri guidatori sono visti come anonimi e potenziali ostacoli, i cui comportamenti sono scorretti. Maglia nera per il mancato uso delle frecce. Dalle osservazioni dirette su strada emerge, infatti, come il 54,1 per cento dei conducenti non utilizzi gli indicatori di segnalazione per il cambio di corsia in fase di sorpasso.
Dispositivi di ritenuta per bambini
Mancato rispetto delle norme del codice della strada anche per quanto riguarda l’utilizzo dei dispositivi di ritenuta per bambini: il 41,7 per cento non li utilizza sul lato anteriore della vettura, dato che peggiora se riferito al sedile posteriore dove la percentuale di chi non ne fa uso sale al 48,4 per cento. Infine, il 10,3 per cento dei conducenti usa impropriamente il telefono cellulare e l’11,4 per cento non indossa la cintura di sicurezza, dato che aumenta vertiginosamente per i passeggeri sul sedile posteriore (75,7 per cento).
"S'indaghi sulla manutenzione dei mezzi"
Ma parlare di sicurezza stradale vuol dire anche avere a cuore "la manutenzione dei mezzi che circolano". Ne è convinta Gioia Bucarelli, insegnante marchigiana, che sulla strada ha perso il compagno, Huub Pistoor, ingegnere informatico di 56 anni, "travolto da un rimorchio che si è staccato dalla motrice di un camion". Era la sera del 29 marzo 2019, "lui stava tornando a casa, percorreva la provinciale, la strada che faceva tutti i giorni". Si scoprirà poi, spiega Gioia Bucarelli, "che un gancio del perno di quel mezzo pesante era usurato. Il camionista moldavo è stato condannato, con pena sospesa. Ma noi chiediamo che s'indaghi sulla manutenzione. Per questo abbiamo presentato ricorso a Strasburgo".
Spinta dal desiderio di "cambiare questo sistema di mobilità sbagliato, troppe volte mortale", l'insegnante ha iniziato a collaborare con le associazioni impegnate sulla sicurezza stradale e con la rete #Vivinstrada. "Abbiamo apprezzato le parole del presidente Mattarella, che ha parlato di sofferenza sociale inaccettabile. Queste morti sono nella gran parte dei casi evitabili". Rimarca: "A noi familiari non piace tanto sentire parlare o scrivere di vittime della strada. Perché siamo tutti vittime di comportamenti umani. Di chi non ha provveduto alla manutenzione, vale per i mezzi, non solo per la strada. Altrimenti si finisce per de-responsabilizzare le persone".