Dal settembre 2023 in Italia si sono registrati ben 69 crolli nelle scuole, un numero che non era mai stato raggiunto negli ultimi 7 anni: è quanto emerge dal XXII Rapporto presentato lo scorso mese a Roma da Cittadinanzattiva, dal quale si evince come 28 di questi spiacevoli fatti si siano verificati nel Mezzogiorno e nelle isole, contro il 40,5% del Nord e il 19% nelle tredici regioni del Centro. Purtroppo, siamo di fronte a degli eventi preannunciati, ma che sono stati colpevolmente sottovalutati. Nel nostro Paese il 59,16% degli edifici scolastici non possiede il certificato di agibilità, il 57,68% quello di prevenzione incendi e il 41,50% è privo di un collaudo statico. Al netto di alcuni piccoli passi in avanti fatti in tempi recentissimi riguardo gli interventi di adeguamento e miglioramento sismici (il 3%) e i progetti secondo la normativa antisismica (l'11,4%), il quadro è piuttosto preoccupante: su 40.133 edifici scolastici, 2.876 sono collocati in zona a rischio 1 e 14.467 in zona a rischio 2. Per quanto riguarda lo stato manutentivo, poi, circa il 64% dei 361 docenti intervistati da Cittadinanzattiva ha denunciato la presenza di fenomeni dovuti all'inadeguata o assente manutenzione, come infiltrazioni di acqua (40,1%), distacchi di intonaco (38,7%), tracce di umidità (38,2%). La metà del campione (50,8%) ha affermato, in tema di sicurezza, che sono stati fatti interventi a seguito della propria segnalazione mentre, riguardo alle prove di emergenza, il 92% ha dichiarato di aver partecipato e l’8% ha dichiarato che queste non siano mai state effettuate. A ogni modo, i pericoli principali risultano essere gli incendi (79%) e i terremoti (70%), mentre in fondo alla classifica ci sono le alluvioni e il rischio vulcanico (rispettivamente 5% e 1%), nonostante la frequenza crescente di tali fenomeni. Il Rapporto sottolinea, inoltre, una situazione migliore degli asili nido rispetto a quella degli edifici scolastici per la prevenzione incendi (75% dei nidi ne è in possesso), la conformità degli impianti (81%), la certificazione igienico-sanitaria (74%), l’agibilità/abitabilità (66%) e il collaudo statico (51%), ma non si può dire altrettanto delle università, dove distacchi di intonaco, umidità e altri segni di fatiscenza sono presenti in 8 delle 22 sedi monitorate.
Eventi e fiereServono interventi negli edifici scolastici Situazione migliore in asili e università