Giovedì 26 Settembre 2024

Materie prime sempre più preziose. Le insidie dell’effetto farfalla

Il settore ceramico italiano è minacciato dall'instabilità geopolitica che influisce sulle forniture di materie prime cruciali come l'argilla e il feldspato. Incidenti e conflitti internazionali mettono a rischio la produzione e la domanda, evidenziando la fragilità della catena di approvvigionamento.

Materie prime sempre più preziose. Le insidie dell’effetto farfalla

Il settore ceramico italiano è minacciato dall'instabilità geopolitica che influisce sulle forniture di materie prime cruciali come l'argilla e il feldspato. Incidenti e conflitti internazionali mettono a rischio la produzione e la domanda, evidenziando la fragilità della catena di approvvigionamento.

Lo chiamano ‘effetto farfalla’. È la teoria che vuole che ‘un battito d’ali di farfalla a Pechino può provocare un uragano a New York’. Un’esagerazione? Piuttosto un paradosso, ma non privo di verità: il mondo, sempre più interconnesso, impone di fare i conti anche con quello, e con quello fa i conti il settore ceramico. Sempre più dipendente, suo malgrado, dal contesto geopolitico. Non solo dal punto di vista delle vendite – tra mercati fattisi incontendibili, altri che scontano incertezze economiche che condizionano la propensione al consumo – ma anche e soprattutto da quello degli approvvigionamenti di materie prime oggi indispensabili.

Le superfici ceramiche di casa nostra chiedono materie prime all’altezza – che in Italia non ci sono – e qui sta il nodo. Ecco l’effetto-farfalla: a luglio, un incidente ferroviario, a luglio, ha azzerato, per 15 giorni, le forniture di argille dalla Germania – il distretto ne usa oltre un milione di tonnellate l’anno – generando allarmi diffusi. Poi rientrati. Ma non del tutto perché la domanda, nel distretto, passa abbondantemente il milione di tonnellate, mentre le forniture garantite al milione – questioni logistiche – non arrivano. E la domanda di argilla tedesca sale anche perché dall’Ucraina di argilla ne arriva sempre meno, e quella che arriva – fino allo scoppio del conflitto ne arrivavano due milioni di tonnellate – arriva con il contagocce, causa guerra. Finita qui? No: detto che anche i colorifici pagano carissime materie prime indispensabili alle loro ‘formule’, torniamo in ceramica per dire che non ci sono solo le tratte verso Germania e Ucraina in difficoltà, ma gli operatori di casa nostra guardano anche alla Turchia. Da dove il feldspato, indispensabile agli impasti. Circa cinque milioni di tonnellate quelle che importa l’Italia, ma anche i turchi producono ceramica: decidessero di tenerlo per loro, il feldspato, farebbero battere le ali ad un’altra farfalla.