Dal 1° ottobre, per le imprese edili e i lavoratori che operano all’interno dei cantieri temporanei o mobili, è obbligatorio possedere la patente a punti. L’obiettivo è quello di valutare le capacità dei luoghi di lavoro di adottare politiche di sicurezza efficaci. Ma facciamo un passo indietro: sulla Gazzetta Ufficiale n. 221 del 20 settembre 2024 era stato dunque pubblicato l’atteso decreto attuativo che disciplina il funzionamento e le modalità di domanda per la patente a crediti. Si tratta della novità introdotta dal decreto PNRR bis e che consiste in un sistema di qualificazione a punti per imprese e professionisti che operano all’interno di cantieri temporanei o mobili (sono esclusi solamente coloro che effettuano solo forniture o prestazioni intellettuali). L’obiettivo è quello di potenziare la salute e la sicurezza di lavoratori e lavoratrici che operano nei cantieri. La patente ha un punteggio base iniziale di 30 punti (incrementabili a 100) e le imprese o i professionisti potranno lavorare se ne possiedono a sufficienza, almeno 15. Per ogni infortunio o irregolarità, il valore corrispondente sarà eventualmente decurtato dal totale dei punti a disposizione. Nel 2023 il numero totale di decessi sui luoghi di lavoro in Italia ha raggiunto quota 1.041, con un aumento dell’1,1% rispetto all’anno precedente, di cui 150 solo nel settore edile e nei cantieri. Si tratta, percentuale alla mano, del 15% del totale dei decessi, quindi. Dati che hanno evidenziato alcune evidenti criticità nella gestione della sicurezza, spingendo il Governo a trovare una soluzione per affrontare la problematica. Ma, sulla patente a punti per le imprese, già ci si spacca: la sua introduzione, secondo alcuni, è molto positiva per qualificare le imprese, far rispettare le normative e migliorare la sicurezza. Per altri, si tratta invece di un provvedimento non condivisibile, repressivo nei confronti di tutte quelle aziende che la prevenzione l’hanno sempre fatta. Secondo tale posizione critica, si tratta inoltre di un’ulteriore spesa, soprattutto per le piccole imprese, anche perché gli incidenti gravi sono pochi: il settore edile, dunque, viene ingiustamente messo nel mirino. Al di là delle diatribe ideologiche e dei legittimi pareri discordanti, va ricordato che, sul piano regolamentare e normativo, la sospensione della patente avviene al verificarsi di infortuni da cui deriva la morte o l'inabilità permanente di uno o più lavoratori imputabile al datore di lavoro, al suo delegato o al dirigente come indicati ai sensi di legge "almeno a titolo di colpa grave". L'attività di indagine sugli eventi infortunistici che possono determinare la sospensione della patente compete anche al personale diverso da quello dell'Ispettorato nazionale del lavoro e - viene precisato dalla norma - "tiene conto, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 2700 del codice civile, dei verbali redatti da pubblici ufficiali intervenuti sul luogo e nelle immediatezze del sinistro, nell'esercizio delle proprie funzioni”.
Eventi e fiereLa "patente" delle imprese: un nuovo metodo per essere efficaci nella tutela dei lavoratori