Venerdì 25 Ottobre 2024

Italia, la cybersicurezza è un tema prioritario

Europa / Per l'Itu il Belpaese rientra nel Tier 1 ma la direzione dell'organo evidenzia delle carenze per i parametri della direttiva continentale Nis 2

 Il settore informatico, oggi, rientra tra le priorità di molti Paesi europei e non solo

Il settore informatico, oggi, rientra tra le priorità di molti Paesi europei e non solo

Gli investimenti non sono mancati, ma il percorso è ancora lungo. D’altronde, il settore informatico, e più nel dettaglio quello della cybersicurezza, rientra oggi tra le priorità di tutti i Paesi. E l’Italia non fa eccezione, con la somma di 67,25 milioni di euro stanziata dal PNRR. Tuttavia, la relazione annuale sull’esercizio finanziario 2023 dalla Corte dei Conti europea, pubblicata il 10 ottobre, ha segnalato alcuni punti deboli per quanto riguarda il comparto cyber. Secondo l’ultima indagine dell’Itu, l’agenzia dell’Onu specializzata in telecomunicazioni, sul Global Cybersecurity Index, l’Italia è tra i Paesi con il livello più alto (Tier 1) di maturità tecnologica. Un aspetto che fa riflettere, in quanto gli attacchi che l’Agenzia di Cybersicurezza Nazionale (ACN) deve fronteggiare sono tutt’ora molto frequenti, e secondo la stessa Itu il Belpaese si classifica “solo” al 18° posto in Europa per la sicurezza informatica. La Corte dei conti europei ha esaminato sette relazioni presentate dall’Italia, giungendo a una conclusione perentoria. “Tali relazioni comprendevano un'analisi della posizione di cybersicurezza, nonché dei rischi e dell'impatto», si legge, «mentre ai sensi della direttiva Nis 2 (Network and information security 2) queste azioni costituiscono solo uno dei dieci elementi necessari per la gestione del rischio esistente per la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi”. È apparsa insoddisfacente, dunque, la situazione italiana sugli altri punti, dall'implementazione di politiche fino alle procedure di test, passando anche per la formazione del personale e la conformità normativa. Un brusco “stop” che evidenzia anche una differenza di vedute con la Commissione europea, che invece ai progetti italiani aveva dato il suo via libera.