Martedì 16 Luglio 2024

Fedrizzi, dal Pignoletto al Barbera: "Spazio al territorio e alla varietà"

L’azienda agricola nella provincia bolognese racconta la propria attività e guarda alla kermesse "Un’occasione importante, ma siamo aperti anche tutto il resto dell’anno con visite e degustazioni".

"Siamo una cantina che produce vino dei colli bolognesi e in generale ci muoviamo dal locale all’internazionale. In più abbiamo la conduzione di un vigneto in biologico. Cerchiamo di rispettare sempre la varietà, insomma".

Alessandro Fedrizzi passa il suo tempo in vigna e sul trattore, in cantina durante i lunghi mesi di vendemmia con le particelle vitate sparse fra la Valsamoggia e Zola Predosa, nella provincia bolognese. Idee chiare e rispetto della tradizione ne fanno a soli 30 anni un imprenditore agricolo già da 13 vendemmie, alla guida dell’omonimo azienda agricola che fa della rifermentazione in bottiglia la chiave di lettura di oltre il 50% delle bottiglie prodotte in cantina.

Sia per il Pignoletto che per la Barbera, frizzanti "con carattere, come gli emiliani". La struttura del vino cambia in base alla sosta sui lieviti, al tipo di ri-fementazione (con diversi tipi di mosto) ed alla conseguente sboccatura. Attualmente oltre 30.000 bottiglie vengono prodotte, imbottigliate e poi sboccate in cantina manualmente, con l’ausilio di macchinari che utilizzano aria compressa. Secondo Alessandro, "il vino è bianco e fermo, ma lo stile dei rossi è moderno, mai scontato".

Le uve per il Pignoletto Superiore sono sempre raccolte per ultime fra i bianchi e solo ed esclusivamente dalla vigna di Castello di Serravalle. I rossi sono vini freschi e dalla beva immediata, esprimono rispetto per il vitigno e il frutto. Diverso è per l’ultima arrivata, Serravalle, Barbera Riserva 2017 in bottiglia da un paio di anni e Riserva 2020, la seconda uscita ufficiale. Sono meno di quattro gli ettari vitati che si trovano a Castello di Serravalle, un vigneto di Barbera di circa 1,7 ettari proprio accanto al borgo medievale. Vecchie vigne di Cabernet Sauvignon, uva Angela e Pignoletto che conducono in cantina.

"Siamo aperti tutto l’anno e il weekend di Cantine Aperte è un’occasione ulteriore, una vetrina importante per farci conoscere – sottolinea Fedrizzi guardando alla trentaduesime edizione della kermesse alle porte –. Dalle visite alle degustazioni, sveliamo il territorio bolognese. È importante valorizzare le produzioni vitivinicole del luogo da dove veniamo, perché ci sono diverse difficoltà a livello generale per il settore ed è fondamentale partecipare in maniera attiva".

fra.mor.