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Le fiere rappresentano un’importante vetrina per il ‘Made in Italy’
È sempre di più l’anno delle fiere. Lo dicono i numeri, lo testimoniano le manifestazioni in giro per l’Italia e quelle nel mondo organizzate dai gruppi italiani. Ma lo confermano anche gli appuntamenti, un crescendo continuo fatto di eventi, imprese partecipanti e settori sempre più ampi, da quelli classici come l’antiquariato, il vino, il mobile, il vetro e la ceramica a quelli più attuali come le energie rinnovabili e le tecnologie. Sono 200mila le imprese italiane che partecipano ogni anno alle manifestazioni fieristiche, coinvolgendo, secondo Aefi – Associazione esposizioni e fiere italiane – più di 20 milioni di operatori provenienti dall’Italia e da tutti i Paesi del mondo. Cifre che consentono al settore fieristico di ricoprire un ruolo sempre più significativo nel processo di sviluppo economico del Paese.
Secondo le stime di Prometeia, società di consulenza di Bologna, le fiere raggiungono 1,4 miliardi di euro di fatturato, ma con un impatto sull’economia dei territori di 22,5 miliardi e un valore aggiunto di 10,6 miliardi. Ogni anno, sempre secondo Aefi, durante le fiere sono conclusi affari per 60 miliardi di euro, il 50% delle esportazioni nasce da contatti originati dalla partecipazione alle manifestazioni fieristiche e il 75,3% delle imprese vede nella fiera uno strumento fondamentale per il proprio sviluppo. Così, il momento positivo delle fiere in Italia non si ferma. Anzi, cresce sempre di più. Tanto che, nel 2023, il fatturato è salito del 22% rispetto al 2022 e del 32% sul 2019. Le 831 manifestazioni del 2024 hanno attirato 18 milioni di visitatori (+6,1% rispetto al 2023), di cui 1,3 dall’estero (+4,2%). E quest’ultimi hanno alloggiato nelle aree vicine ai quartieri e agli hub delle fiere, generando anche un indotto sul turismo. Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto dominano, ospitando oltre il 70% degli appuntamenti internazionali. Rimanendo alle manifestazioni di caratura nazionale, ecco come l’interesse si allarga anche verso la Puglia, la Campania e il Piemonte.
Un sistema fieristico, quello italiano, trainato da Fiera Milano, BolognaFiere, IEG – Italian Exhibition Group – e Veronafiere. Ma poi ci sono, tra le altre, anche realtà come Firenze Fiera, Lingotto Fiere (Torino), Mostra d’Oltremare (Napoli), Fiera Roma, Pordenone Fiere, Fiere di Parma, Piacenza Expo, Cesena Fiere, Fiera di Genova e Fiera del Levante (Bari). Un ricco piatto, che permette all’Italia di competere a livello mondiale, al quarto posto, e di salire sul podio a livello europeo, in seconda posizione, soltanto dietro alla Germania trascinata dalla Fiera di Francoforte. Nel 2025, ci saranno in tutto 286 rassegne internazionali, 229 nazionali e circa 400 tra locali e regionali. Un anno nel quale Aefi ha lanciato tre direttrici nel piano di programmazione e di sviluppo: rafforzamento del ruolo dell’associazione in Italia e all’estero, internazionalizzazione del sistema fieristico italiano e potenziamento dei servizi. E sul fronte dell’internazionalizzazione dell’industria fieristica italiana, ecco la messa a terra di ‘Aefi global network’, una piattaforma a supporto del lancio di manifestazioni e fiere all’estero. Perché il Made in Italy deve essere sempre di più un biglietto da visita anche nel settore fieristico.