Sabato 21 Dicembre 2024

Cassanelli, collezionista di piastrelle celebrative: "Una grande alleanza tra aziende locali e artisti"

Nel distretto ceramico di Sassuolo, l'artigiano Tiziano Cassanelli espone decine di mattonelle celebrative, molte dedicate alla Ferrari e alla storia della ceramica locale. Il suo museo Omega Keramica si prepara a diventare un punto di riferimento mondiale per le ceramiche popolari.

Tiziano Cassanelli, artigiano sassolese e titolare di Omega Keramica

Tiziano Cassanelli, artigiano sassolese e titolare di Omega Keramica

Nel distretto ceramico di Sassuolo Tiziano Cassanelli, artigiano sassolese e titolare di Omega Keramica, ha accumulato negli anni decine di mattonelle celebrative, molte delle quali hanno per protagonista la Ferrari e che rievocano Sassuolo negli anni in cui diventò la capitale del mondo della ceramica.

Fu Enzo Ferrari a chiedere alla vecchia Piemme di creare piastrelle celebrative per arredare il suo ufficio, altre, invece, furono realizzate in occasione del Gran Premio di San Marino del 1982, l’ultimo in cui Gilles Villeneuve partecipò da vivo.

Un’altra raffigura la famosa foto in bianco e nero con il Drake e Villeneuve. Unicum a livello nazionale la sala mostra è pronta ad ampliarsi per diventare un ‘museo delle ceramiche popolari’, di rilevanza mondiale. "In mostra ci sono numerose collezioni di piastrelle celebrative – spiega Tiziano Cassanelli – a partire da quelle dedicate alla Rossa di Maranello, alle devote e fino ai posaceneri pubblicitari prodotti dalle nostre aziende ceramiche da Sassuolo alla Bassa bolognese. Gli acquisti vengono da varie fonti, traslochi, mercatini o negozi di antiquariato.

La scelta del nome è caduta su Omega, che nell’antica Grecia veniva assegnato all’ultima femmina e io a 50 anni credevo che fosse stata l’ultima possibilità di fare qualcosa di buono".

Tra le tante opere spicca anche una piastrella disegnata dall’artista Roberto Pelillo per il Ferrari Club di Modena in occasione del campionato costruttori ’99 realizzato da Emil Ceramica.

"Queste ‘opere d’arte’ erano utilizzate, prima della diffusione di internet, come vere e proprie pagine dei quotidiani e realizzate soprattutto da note aziende locali, spesso in collaborazione di artisti talentuosi".

Raramente venivano commercializzate – continua Cassanelli – sebbene il biscotto fosse un prodotto di larga produzione ma venivano regalate, come le ceramiche devote nelle ceste natalizie dei dipendenti. Il museo racconta un’epoca poco valorizzata dai musei ceramici nel mondo, quella dagli anni Sessanta ai nostri giorni, con pezzi composti in gres porcellanato e fibra di vetro (miscelazione per i grandi formati). Porto avanti questa attività con grande passione e ritengo doveroso svilupparla per lasciarla in eredità alle generazioni future. Per questo sono aperto a nuove partnership per realizzare insieme il ‘museo delle ceramiche popolari’ in luoghi più ampi e interattivi e che accolga le decine di pezzi non ancora esposti per mancanza di spazio".

Laura Corallo