Un mondo più verde per migliorare la vivibilità delle città e favorire il risparmio energetico. Le piante possono contribuire non poco alla qualità della vita dei centri urbani. Ne abbiamo parlato con Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree presso il Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) dell’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia.
Quali sono gli effetti delle piante nei centri abitati?
"Oltre a sottrarre anidride carbonica e rilasciare ossigeno, le piante contribuiscono a ridurre l’inquinamento atmosferico, mitigano l’effetto "isola di calore" rendendo l’ambiente più confortevole durante l’estate. Inoltre, aiutano a trattenere l’acqua piovana, riducendo il rischio di allagamenti. Non secondari sono gli effetti su salute e benessere mentale. Dal punto di vista psicologico, il verde riduce lo stress e favorisce l’interazione sociale, migliorando il senso di comunità e la qualità della vita urbana".
Qual è il giusto approccio per gestire il verde in città? E quanti alberi servono?
"Occorre un approccio integrato e sostenibile, tenendo conto sia dei benefici ambientali che delle esigenze della comunità. Questo implica una pianificazione a lungo termine, con la scelta di specie vegetali non solo autoctone, ma soprattutto in grado di far fronte ai cambiamenti climatici, l’adozione di tecniche di gestione ecologiche e l’implementazione di spazi verdi accessibili a tutti. È essenziale coinvolgere i cittadini nella cura del verde, creando un senso di responsabilità collettiva. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda almeno 9 mq di verde urbano per abitante, e uno studio dell’Onu suggerisce di piantare almeno un albero per ogni tre abitanti. Un parametro attualmente considerato è il 30% almeno di copertura arborea, percentuale che pochissime città italiane possono raggiungere".
Le piante possono contribuire a limitare il dissesto idrogeologico?
"Svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione e limitazione del dissesto idrogeologico. Le radici stabilizzano il suolo, riducendo l’erosione. Le radici trattengono il terreno, migliorandone la struttura e riducendo la possibilità che piogge intense provochino cedimenti. Inoltre, gli alberi intercettano grandi quantità di acqua piovana con le chiome e attraverso le radici, rallentando il flusso superficiale dell’acqua. La chioma aiuta anche a disperdere la forza delle precipitazioni, riducendo il rischio di erosione. In aree collinari e montuose, dove il dissesto idrogeologico è comune, la presenza di vegetazione è essenziale per mitigare questi rischi. La riforestazione e la corretta gestione del verde possono quindi contribuire significativamente alla riduzione dei fenomeni di dissesto, migliorando la capacità di assorbimento del terreno e la sua stabilità".
Alberi ed energia: quali legami ci sono?
"Le piante convertono l’energia solare in energia chimica, immagazzinata sotto forma di zuccheri. E questa capacità è alla base di molte fonti energetiche rinnovabili. Poi le piante possono essere utilizzate per produrre energia rinnovabile. Biomasse vegetali, come legna, scarti agricoli e colture dedicate (mais, canna da zucchero), vengono trasformate in biocarburanti (bioetanolo, biodiesel) o utilizzate direttamente per produrre calore ed elettricità. A questo si aggiunge il loro uso come isolanti naturali: la vegetazione urbana, come tetti e pareti verdi, riduce il consumo energetico degli edifici".
L’uso delle piante può quindi contribuire al risparmio energetico?
"Certamente, soprattutto in contesti urbani. Ad esempio, alberi e vegetazione ben posizionati possono ridurre la necessità di condizionamento durante i mesi estivi, abbassando il consumo energetico. Le coperture vegetali sugli edifici (tetti e pareti verdi) agiscono come isolanti termici, riducendo la dispersione di calore in inverno e mantenendo gli edifici freschi d’estate. Questo migliora l’efficienza energetica, riducendo il bisogno di riscaldamento e raffreddamento. Alberi e siepi possono fungere da barriere naturali contro il vento, proteggendo edifici e spazi aperti. Riducendo la velocità del vento, aiutano a diminuire la dispersione termica degli edifici e quindi la richiesta energetica per il riscaldamento. In sintesi, la corretta gestione del verde urbano e l’uso strategico delle piante non solo migliorano l’efficienza energetica degli edifici, ma contribuiscono anche a rendere le città più sostenibili e vivibili".