Lunedì 23 Dicembre 2024

Tra siccità e alluvioni. Cambiamenti climatici, sale la preoccupazione. Agricoltura a un bivio

Terreni sempre più aridi per caldo estremo e lunghi periodi senza piogge. L’Italia e l’Europa tra le aree in cui il surriscaldamento globale . potrebbe produrre gli effetti peggiori nei prossimi decenni.

La siccità. tra i fenomeni più preoccupanti degli ultimi anni I terreni sempre più aridi non riescono poi ad assorbire la pioggia

La siccità. tra i fenomeni più preoccupanti degli ultimi anni I terreni sempre più aridi non riescono poi ad assorbire la pioggia

Il clima è cambiato. Bastano pochi dati ufficiali per convincere anche i più scettici. Secondo il Noaa, il National Climatic Data Centre statunitense, il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre sul pianeta con una temperatura che, sulla superficie terrestre e su quella marina, è stata superiore di oltre un grado (1,18) alla temperatura media dello scorso anno e superiore di 0,15 gradi al precedente record, stabilito nel “vicinissimo” 2016. L’Europa non fa eccezione: il 2023 è secondo solo al 2020 come anno più caldo. Nel “vecchio continente” è stata infatti rilevata, sempre lo scorso anno, una temperatura di ben 2,15 gradi superiore alla media storica 1910-2000. All’Italia poi non va meglio. Anzi, nel nostro Paese probabilmente lo scenario è ancora più complesso. Secondo dati Isac, l’Istituto di scienze dell’atmosfera del Cnr che rileva le temperature dal 1800, in Italia il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato con una temperatura media superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. Una media che, peraltro, già “sconta” gli effetti del global warming. Dunque, nel Belpaese il cambiamento climatico è ancora più evidente.

A preoccupare non è tanto l’anomalia in sé – alcune stagioni “fuori scala” ci sono sempre state – quanto la frequenza con cui tale anomalia si ripete nel tempo e l’intensità con cui essa si presenta. Basti pensare che sette degli anni più roventi degli ultimi due secoli sono concentrati proprio nell’ultimo decennio. Con una tendenza che sembra non essere destinata a cambiare. I primi mesi 2024 hanno fatto registrare una temperatura di circa un grado e mezzo superiore a quella media storica. Anche sul fronte precipitazioni l’evoluzione dello scenario climatico non appare per nulla tranquillizzante. Al di là di un calo generalizzato delle precipitazioni, tendono sempre più spesso a verificarsi fenomeni estremi, con grandi apporti pluviometrici concentrati nell’arco di pochi giorni e spesso seguiti da periodi più siccitosi.

Tali fenomeni producono eventi alluvionali e favoriscono l’inaridimento del terreno poiché l’acqua piovana scivola via e non viene immagazzinata nel suolo.

La comunità scientifica è concorde nel prevedere che, rispetto allo scenario attuale, nel breve e medio termine l’incremento delle temperature ed i fenomeni ad esso collegati non dovrebbero registrare sostanziali miglioramenti. Anzi, in realtà, secondo tali previsioni, lo scenario dovrebbe persino peggiorare. Il peso della variabile climatica, che ha sempre condizionato l’attività agricola, ma non è mai stato così preponderante come oggi, sembra dunque destinato a rivoluzionare il modo di fare agricoltura e a modificare radicalmente la geografia delle coltivazioni, escludendo in modo permanente alcuni territori dal ciclo produttivo.

E’ un cambiamento epocale che si presenta in un frangente storico nel quale il settore primario è invece chiamato a incrementare il più possibile la produzione e la qualità delle derrate alimentari, per nutrire una popolazione mondiale in grande espansione.