La Fao stima che entro il 2050 la terrà raggiungerà i 10 miliardi di persone, con una crescita esponenziale dei fabbisogni alimentari. Per soddisfarli è necessario non solo incrementare le rese dei terreni già destinati ad attività agricola, ma metterne a coltivazione di nuovi. Secondo le stime del World Resources Institute, nei prossimi 30 anni dovranno essere messi in produzione altri 590 milioni di ettari, i quali si andranno ad aggiungere agli 1,6 miliardi di ettari attualmente coltivati. Ciò significa che da qui al 2050 la Sau globale dovrà crescere del 37%. La sfida è davvero impegnativa, non solo per la grande estensione di superficie che deve entrare nel ciclo produttivo, ma anche perché molti dei terreni attualmente in uso sono soggetti a degrado e potrebbero presto diventare improduttivi. Il 33% della superficie coltivata mondiale – rileva sempre la Fao – è in condizioni di degrado moderato (8%) o elevato (25%) a causa della salinizzazione dei suoli, della perdita di sostanza organica, della desertificazione; tutti fenomeni collegabili più o meno direttamente al climate change, oltre che alle attività antropiche.
In tale contesto le macchine agricole di nuova generazione, digitali, interconesse, autonome e iperspecializzate, sono chiamate a svolgere un ruolo strategico per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e per incrementare le rese produttive. Mezzi avveniristici, questi, che non appartengono a scenari futuribili, ma sono già al lavoro sui nostri campi, come le flotte di droni impiegate per i trattamenti fitosanitari su territori inaccessibili oppure i trattori a guida autonoma in grado di lavorare senza operatore a bordo. E ancora: attrezzature per la minima lavorazione che preservano la sostanza organica dei terreni, mietitrebbiatrici autolivellanti capaci di operare su pendenze pronunciate, impianti di irrigazione intelligenti in grado di irrigare solo dove e quando necessario, sensori in grado di rilevare lo stato di salute delle piante e di attivare automaticamente eventuali trattamenti fitoiatrici. Le tecnologie ad alta innovazione, adatte ad ogni esigenza del settore primario, si rivelano imprescindibili per l’agricoltura “estrema” come quella che si pratica territori marginali. Le macchine di ultima generazione consentono infatti di ridurre l’impatto sul terreno, preservandone la sostanza organica, e di ottimizzare l’impiego dei fattori produttivi, massimizzando le rese. Sono questi i mezzi meccanici protagonisti, dal 6 al 10 novembre prossimo, della 46° edizione di Eima International.