Lunedì 23 Dicembre 2024

Decolla la ’bioeconomia’. Dal legno alla chimica verde, oltre 2 milioni di occupati. Giro d’affari da 437 miliardi

Le aziende italiane, seppur di medie dimensioni, tengono testa ai competitor mondiali. Ruolo centrale per le filiere legate alla valorizzazione energetica, compresi i rifiuti organici.

Le aziende italiane, seppur di medie dimensioni, tengono testa ai competitor mondiali. Ruolo centrale per le filiere legate alla valorizzazione energetica, compresi i rifiuti organici.

Le aziende italiane, seppur di medie dimensioni, tengono testa ai competitor mondiali. Ruolo centrale per le filiere legate alla valorizzazione energetica, compresi i rifiuti organici.

In Italia il settore della bioeconomia segna da anni un trend di crescita costante in termini di innovazione, qualità dei prodotti e sostenibilità delle filiere connesse. Un comparto che, nel 2023, ha dato lavoro qualificato a circa 2 milioni di italiani generando un giro d’affari pari a 437,5 miliardi di euro. Il settore primario gioca un ruolo centrale con il supporto di macchine e sistemi tecnologici sempre più efficienti e a basso impatto ambientale. Per queste ragioni, Eima Energy 2024 darà grande risalto alle tante tecnologie sviluppate per la cura, la movimentazione e il condizionamento delle biomasse agricole e forestali, fonti rinnovabili di energia per eccellenza. La bioeconomia soddisfa una moltitudine di segmenti di mercato, in primis quello alimentare che in Italia pesa, rispetto alle altre di segno green, per circa il 63%. Nel nostro Paese le aziende che operano nell’ambito della bioeconomia sono mediamente più piccole rispetto ai competitor europei ai quali tengono testa grazie ad una spiccata predisposizione alle innovazioni di prodotto e di processo. Ma nell’ampia sfera della bioeconomia giocano un ruolo centrale anche le filiere legate alla valorizzazione energetica (bioenergia e biocarburanti) delle biomasse agricole, agroindustriali, forestali e pure le frazioni organiche dei rifiuti solidi urbani (Forsu).

Le bioenergie forniscono un contributo importante al fabbisogno energetico nazionale coprendo circa il 9% del consumo complessivo di energia e circa il 50% di tutta l’energia generata dalle fonti rinnovabili (Fer). La ragione principale di questo risiede nel fatto che, tra tutte le Fer, le biomasse presentano il grande vantaggio di essere ampiamente disponibili, programmabili e di poter essere convertite, con tecnologie mature e affidabili, in elettricità, calore e biocarburanti per i trasporti. La produzione nazionale di energia dalle biomasse può contare su un solido retroterra industriale costituito da migliaia di impianti. Le più importanti filiere bioenergetiche sono rappresentate dalla produzione di calore da biomasse solide per usi civili e industriali, elettricità da biomasse solide, biogas e bioliquidi, biocarburanti liquidi (biodiesel, Hvo, etanolo/Etbe) da colture dedicate e biometano da biomasse facilmente biodegradabili. Secondo il Rapporto ‘La situazione energetica nazionale nel 2023’, elaborato dal Dipartimento energia del Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica, l’insieme delle Fer elettriche hanno determinato lo scorso anno un valore aggiunto per l’economia italiana di oltre 5 miliardi di euro e con un numero di occupati permanenti di circa 36 mila unità di cui circa il 30% nel settore della bioenergia ai quali si vanno ad aggiungere altri 29 mila occupati del settore termico e tanti altri ancora impegnati nelle attività di approvvigionamento delle biomasse dal campo agli impianti.

La principale sfida per il futuro della produzione di bioenergia in Italia è legata alla realizzazione e diffusione di filiere territoriali di produzione/approvvigionamento di biomasse per i diversi usi in grado di fornire i quantitativi richiesti dal mercato e garantire adeguati standard qualitativi con riduzione delle importazioni dall’estero. Il Salone Eima Energy 2024, giunto alla sua decima edizione, è ormai un punto di riferimento per i tanti stakeholders nazionali ed esteri interessati alla conoscenza di buone pratiche, al trasferimento di know-how e all’esibizione delle tante macchine operatrici, attrezzature e sistemi tecnologici con cui rendere più efficiente e sostenibile l’uso industriale ed energetico delle biomasse agricole e forestali. Per tutte queste ragioni Eima Energy presenta un ricco programma di seminari il cui calendario è scaricabile dal portale di Eima (https://www.eimaenergy.it/it/programmi_iniziative.php). Tra i temi trattati, quello centrale riguarda la conservazione della fertilità dei suoli per garantire le produzioni alimentari ed industriali, la cattura e lo stoccaggio della CO2 atmosferica. In tale ottica è pronto, nell’ambito del Progetto Europeo ‘RuralBioUp’, un training internazionale intitolato ‘La bioeconomia negli agroecosistemi: Biofertilizzanti, molecole attive e miglioratori di suolo’ in lingua inglese per diffondere l’ampio ventaglio di esperienze che rendono sostenibili le produzioni agricole valorizzando risorse residuali organiche provenienti da contesti urbani e rurali. Infine, spazio all’area demo per mostrare le più moderne macchine per la raccolta e condizionamento delle biomasse.

Un elemento fondamentale per la sostenibilità economica dell’uso energetico delle biomasse, ad ogni modo, è costituito dai costi di produzione del biocombustibile, determinati principalmente dai sistemi di lavoro utilizzati, dall’organizzazione dei cantieri e l’esperienza degli operatori. La moderna meccanizzazione agricola e forestale gioca un ruolo di primaria importanza per lo sviluppo delle filiere bioenergetiche, consentendo di movimentare la risorsa biomassa con costi contenuti e garantendo al contempo elevati standard qualitativi.