Sabato 16 Novembre 2024
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Vendemmia 2024, produzione inferiore alla media degli ultimi anni

Il Nord detiene il record delle giacenze

La vendemmia

La vendemmia

E’ stata una vendemmia 2024 davvero lunga, cominciata in alcune zone già a luglio, e arrivata a conclusione in tutta Italia nelle scorse settimane. Non ci sono ancora i dati definitivi, che arriveranno dopo l’elaborazione di novembre, ma si possono già tracciare le linee guida di un’analisi che, per ora, non è particolarmente positiva, pur lasciando intravvedere alcuni dati incoraggianti, in un bilancio complessivamente in chiaroscuro.

Il report di Cantina Italia

Sul sito del Ministero dell’Agricoltura è stato pubblicato in questi giorni un report di Cantina Italia, curato dall’Icqrf, basato sui dati del Registro Telematico del Vino. Nelle nostre cantine sono presenti in giacenza 42,3 milioni di ettolitri di vino, +19% rispetto al 30 settembre, ma -3,5% rispetto al 2023. Vi sono poi altri 26 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione e di mosti. Il primo dato parla di un +10,9% rispetto ai vini in fermentazione del 2023, mentre i mosti sono in calo dell’1,4%. La loro presenza contribuirà ad avere entro qualche settimana il dato definitivo del 2024 della produzione italiana. Intanto è però già possibile individuare i tipi di vino, che sono per il 55% Dop, cioè a Denominazione di Origine Protetta, e per il 25,3% Igp, dunque di Indicazione Geografica Protetta. Vi sono poi vini varietali per l’1,4% e vini generici per il 17,8%.

In Veneto il record delle scorte nazionali

Per quanto concerne le aree geografiche, è il Nord a conservare la maggior parte delle giacenze, col 61,7%. In particolare, il 26,2% è in Veneto, prima regione italiana per quanto concerne le scorte. La denominazione regina è il Prosecco, col 12,5%, poi vi sono l’Igt Puglia col 4,6%, l’Igt Toscana col 3,6%, l’Igt Sicilia col 3,3%, il Rubicone col 3,2%, il Doc Delle Venezie col 3,2% e il Chianti col 2,7%.

Qualità e valorizzazioni geografiche

I dati del report Cantina Italia, anche se, come detto, in chiaroscuro, sottolineano comunque l’alto livello della produzione nazionale, con tante presenze di Dop e Igp, ed evidenziano la presenza unica al mondo di terroir (combinazione di suolo, clima e uomo) in Italia, che fanno del Belpaese una delle principali realtà mondiali in tema di qualità. Tuttavia, la produzione resta sotto la media degli ultimi 5 anni, e ciò richiede al comparto ulteriori sforzi in tema di innovazione, per tornare agli alti standard anche quantitativi del passato.

Il confronto con gli altri Paesi europei

Stando alle stime dell’Ue, dunque da confermare o meno nelle prossime settimane coi dati ufficiali definitivi, il settore vitivinicolo europeo dovrebbe chiudere con un calo del 3% di produzione rispetto al 2023, e del 10% rispetto alla media degli ultimi 5 anni, con 144 milioni di ettolitri. Enormi cali si attendono in Francia, -21,7%, in Germania, -8,7% e in Portogallo, -7,9%. Dato in controtendenza in Spagna, con un aumento del 18% previsto, e una produzione totale di 38,1 milioni di ettolitri. L’Italia potrebbe diventare dunque il primo produttore europeo per il 2024 davanti alla Francia.