Roma, 25 novembre 2024 – Sono sempre più consumati, sia per la loro praticità, sia perché permettono di mangiare verdure e altri alimenti anche fuori stagione, senza per questo rinunciare al gusto o ai loro valori nutrizionali: sono i surgelati, consumati da 9 italiani su 10 con regolarità.
L’indagine dell’Istituto Italiano Alimenti Surgelati
Il 39,3% degli italiani che già consumavano surgelati, hanno dichiarato di averne aumentato il consumo, in particolare i Millenials, +45%, la Generazione Z, +50%, e le famiglie con bambini, +48%. Inoltre, sempre di più sono gli italiani attenti alla lettura delle istruzioni, che conoscono la differenza fra congelato e surgelato, e sanno che non devono interrompere la cosiddetta “catena del freddo”, così da evitare di alterare la salubrità dell'alimento. L’indagine, condotta da AstraRicerche per l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS), dimostra anche che in termini di conoscenza c’è però ancora molto da fare, se si considera che il 40% degli italiani non sa che non ci sono conservanti nei surgelati, in quanto basta il freddo a proteggerli e preservarli. Tornando ai dati ufficiali, nel 2023 il consumo dei surgelati in Italia ha registrato un nuovo massimo storico oltrepassando il milione di tonnellate: 1.016.358, con aumento a volume del +0,14% rispetto al 2022 (1.014.928 tonnellate). Questo risultato si è tradotto in una ulteriore crescita del consumo annuo pro capite di prodotti surgelati, che ha superato per la prima volta la soglia di 17 chili attestandosi a 17,2 kg. Al primo posto ci sono i vegetali, con 215mila tonnellate consumate, davanti alle patate, che segnano un +8% rispetto al 2022, con oltre 110 mila tonnellate acquistate. Sull’ultimo gradino del podio i prodotti ittici, con oltre 92mila tonnellate di vendite.
Acquistati per gusto e convenienza economica
"Gli italiani hanno dimostrato un apprezzamento sempre crescente per gli alimenti surgelati, che scelgono e conoscono bene. Li prediligono per il gusto, come dimostra oltre la metà dei consumatori che dichiara di sceglierli per bontà, consistenza e percezione di freschezza. E li acquistano anche per la loro convenienza economica, perché, se si considera il costo totale – tra prezzo del prodotto, tempi e costi di preparazione e valore del cibo sprecato – i surgelati consentono un risparmio notevole". Questo il pensiero di Giorgio Donegani, presidente IIAS, che aggiunge: "Nonostante siano sempre più presenti nei nostri freezer, ci sono ancora aspetti dei surgelati che i consumatori conoscono meno e su cui invece possiamo fare corretta informazione. Oltre alle campagne di informazione, ad aiutare i consumatori a compiere scelte sempre più consapevoli ci pensano le etichette dei nostri prodotti. Circa 8 intervistati su 10 ci hanno detto di controllare scrupolosamente le indicazioni relative a tempi e modalità di cottura dei prodotti surgelati. Anche questo è un chiaro segnale di quanto sia cresciuta l’attenzione verso la qualità e la sicurezza alimentare. Inoltre, l’86,4% di chi consulta le etichette conferma di impegnarsi a seguire fedelmente le indicazioni riportate, segnale di una maggiore consapevolezza verso gli alimenti che si mettono nel carrello".
Il vademecum sul corretto utilizzo dei surgelati
L’IIAS ha rilasciato alcune indicazioni utili per conservare al meglio i cibi surgelati. Intanto, si sottolinea come congelato e surgelato non siano la stessa cosa. Infatti, i cibi congelati sono portati lentamente a basse temperature, il che comporta la formazione di cristalli e la perdita di valori nutritivi, cosa che non avviene per i surgelati. Va poi ricordato che a casa è impossibile surgelare, processo tecnologicamente avanzato e applicabile solo dalle industrie. Anche per questo, è sconsigliato scongelare a temperatura ambiente un prodotto surgelato; meglio metterlo direttamente in pentola o in padella o in forno, o al limite qualche ora in frigo. Non contenendo per legge dei conservanti, già la surgelazione rende il cibo sicuro. Ecco perché non corrisponde al vero l’idea che le verdure siano brillanti perché trattate con conservanti e coloranti alimentari. La realtà è che subiscono il trattamento termico detto blanching, necessario per disattivare gli enzimi che ne causerebbero il deterioramento. Tale pratica fissa il colore naturale, che quindi risulta più brillante.