Negli ultimi tempi stanno impazzando critiche e perplessità circa un'innovazione che non starebbe semplificando la situazione. In primis perché il testo di legge aggiunge una serie di certificazioni richieste ai progettisti, con sanzioni penali in caso di false o mendaci dichiarazioni che colpirebbero, sì, il tecnico, ma le cui conseguenze metterebbero il richiedente/proprietario in una situazione civilistico-patrimoniale disastrosa. Non a caso, i Consigli Nazionali di Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, degli Ingegneri e la Fondazione Inarcassa hanno espresso le loro perplessità, poiché il Salva Casa impone agli esperti un “eccessivo carico di responsabilità e compiti che potrebbero essere eccessivi e irragionevoli per i professionisti”. Essi sostengono che, pur con le migliori tecniche disponibili, è spesso impossibile stabilire con certezza persino l'anno di costruzione di un edificio, tantomeno la data precisa, e obbligare i tecnici a emettere tale attestazione è un aspetto che che va considerato inappropriato dal punto di vista delle sanzioni penali previste in caso di errore. Su quest'ultimo tema, la richiesta fatta al legislatore è proprio quella di "stracciarle" completamente, oltre che di modificare le disposizioni in modo tale da evitare un carico eccessivo di responsabilità sui tecnici, pur mantenendo al contempo l'intento di semplificare la procedura di regolarizzazione solo in presenza di documentazione probante e chiarezza normativa. Un'ulteriore critica mossa, poi, riguarda la responsabilità del tecnico nel verificare ed eliminare le possibili limitazioni ai diritti di terzi derivanti dalle tolleranze costruttive: tale compito, che può richiedere competenze legali che esulano da quelle tecniche, viene considerato un altro gravoso onere da non ritenere congruo per gli architetti e per gli ingegneri. «L'articolo 34 bis del Salva Casa – ha affermato il presidente dell’Ordine degli architetti, Rino La Mendola – introduce una serie di 'tolleranze costruttive' che non costituiscono violazione edilizia stabilendo, però, che il professionista incaricato debba redigere un progetto strutturale che contempli le modifiche introdotte da sottoporre all’approvazione del Genio Civile. Questo segna un passo indietro nella semplificazione delle procedure, in quanto attualmente le 'tolleranze di cantiere' vengono semplicemente riportate dal tecnico incaricato nella relazione a strutture ultimate o nelle perizie asseverate, senza ulteriori provvedimenti autorizzativi. Una seconda criticità riguarda l’individuazione del tecnico incaricato. Ci chiediamo come possa attribuirsi al tecnico incaricato, che magari all’epoca della legge Bucalossi non era ancora nato, la responsabilità di dichiarare la data di realizzazione degli interventi da sanare».
EconomiaLe difficoltà e le criticità legate al Salva Casa. Arriva l'appello degli architetti