Giovedì 26 Dicembre 2024
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Influencer marketing, nuove regole e codice Ateco per regolamentare la professione: cosa cambia

Dall’1 gennaio 2025 la carriera più ambita dalle nuove generazioni sarà sottoposta a una serie di obblighi fiscali, ecco quali

Una influencer

Una influencer

Roma, 24 novembre 2024 – E’ il lavoro più ambito dalle nuove generazioni, quelle cresciute con Internet e con i social network: stiamo parlando dell’influencer marketing. Sì, perché dall’1 gennaio 2025, quello che già oggi è per molti una professione, lo sarà anche dal punto di vista normativo. Infatti, dal prossimo anno questo lavoro così alla moda, sarà esercitabile solo con l’apertura di una partita Iva, e scegliendo il codice Ateco 73.11.02.

Assoinfluencer: “Traguardo storico”

"E’ un traguardo storico, che ci rende ancora più motivati per unire il settore. Ringraziamo tutti coloro i quali hanno permesso che un lavoro durato tre anni diventasse realtà. Il nostro lavoro non è finito, anzi ciò spinge ancora di più il settore ad ambire e a seguire un intento comune”, ha commentato Jacopo Ierussi, presidente di Assoinfluencer. Questo risultato è stato raggiunto grazie alla collaborazione tra diversi attori, tra cui il Ministero delle Imprese e del Made in Italy con il sottosegretario Massimo Bitonci, l'Associazione Italiana Content Digital Creators (Aicdc), Assoinfluencer e Confcommercio Professioni, che hanno presentato la proposta rubricata come C32 a Istat ed Eurostat. Anche Sara Zanotelli, presidente di Aicdc, si esprime in termini positivi circa l’accordo, e parla di sinergia fra le parti: “Ringraziamo Assoinfluencer per questo risultato storico che abbiamo ottenuto, insieme, oggi. Il loro lavoro e il loro sostegno all'intero iter è stato essenziale per arrivare dove siamo oggi, nonché per sensibilizzare ulteriormente le istituzioni circa l'esigenza di una normativa sistemica dedicata all'intero settore”.

Come diventare influencer marketing

Ma quali sono nel dettaglio i passaggi da seguire per poter iniziare questa carriera? Come detto, occorrerà scegliere il codice Ateco 73.11.02, relativo a conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari. Poi bisognerà aprire una Partita Iva come ditta individuale commerciale, presentando la pratica ComUnica con la quale ci si iscrive alla Camera di Commercio. I costi da sostenere saranno: 17,50 euro di imposta di bollo, 18 euro di diritti di segreteria, da 53 a 120 euro di diritto camerale in base all’attività svolta, che si dovrà versare ogni anno. Infine occorrerà pagare un costo, al massimo di 200 euro, per avviare la pratica Scia all’ufficio Suap del comune nel quale si svolgerà la propria attività. Non bisogna poi dimenticare di acquistare il servizio per la firma digitale e una casella di posta elettronica certificata (Pec), il cui costo annuo è intorno ai 35 euro, a seconda del gestore scelto. 

I contributi da versare all’Inps

Per gli influencer marketing vi è poi da versare due tipi di contributi, quelli fissi, di 4.515,43 euro all’anno, che si pagano indipendentemente da quelli che saranno i volumi d’affari, e che si possono versare in quattro rate di pari importo, e poi quelli variabili, legati al proprio imponibile. Qualora lo stesso, determinato dalla differenza fra incassi e spese, sia superiore ai 18.415 euro, sulla quota eccedente si dovrà versare il 24,48%.

Infine, la questione tasse: se si opta per il regime fiscale forfettario, l’influencer pagherà il 5% per i primi 5 anni, e le tasse saranno calcolate sul 78% del proprio volume d’affari; se invece si opta per il regime ordinario, si pagheranno le tasse in base agli scaglioni progressivi Irpef, che vanno dal 23% al 43%. Per la precisione, fino ai 28mila euro si paga il 23%, dai 28mila ai 50mila si paga il 35%, oltre i 50mila si paga il 43%.

Obiettivo: stroncare l’evasione

Questa decisione del Governo Meloni, arriva dopo una lunga serie di indagini della Guardia di Finanza, al centro delle quali sono finite molte star del web, influencer e persone che, per ignoranza o per dolo, hanno incassato denaro per promuovere prodotti, senza dichiarare allo Stato le entrate. Una delle più diffuse pratiche con le quali spesso esercenti e influencer hanno evaso le tasse, è quella dei regali, dai gadget ai prodotti sponsorizzati, dalle cene ai benefit aziendali, coi quali avveniva il pagamento della prestazione, senza alcuna traccia fiscale. A queste pratiche si sono aggiunti negli anni anche diversi creativi pagamenti in nero, nonché finte prestazioni gratuite e altre forme di elusione. Lo scorso marzo, un'operazione della Finanza di Bologna portò all’individuazione di 11 milioni di euro di redditi non dichiarati, col recupero di 2,8 milioni di imposte non pagate. Una goccia nel mare dell’evasione che, sperano le forze dell’ordine, la nuova normativa contribuirà ad arginare almeno in parte, rendendo anche più agevole il lavoro dell’accertamento fiscale.