Dal 1° gennaio di quest’anno la detrazione per i lavori edilizi per l’efficientamento energetico scende al 70%. Si chiude così la stagione dell’agevolazione al 110% senza alcuna proroga ma con l’eccezione per i redditi più bassi e una sanatoria per i lavori non finiti. Con 81 voti a favore, 48 contrari e 4 astensioni, nei giorni scorsi il Senato ha dato il via libera definitivo alla novità. Facciamo innanzitutto un po’ di storia: il Superbonus è l’agevolazione fiscale disciplinata dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio), che consiste in una detrazione delle spese sostenute per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Tra gli interventi agevolati rientra anche l’installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. L’agevolazione si affianca alle detrazioni, già in vigore da molti anni, spettanti per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici (ecobonus) e per quelli di recupero del patrimonio edilizio, inclusi quelli antisismici (Sismabonus), attualmente disciplinate, rispettivamente, dagli articoli 14 e 16 del decreto legge n. 63/2013. Ma andiamo ora nel dettaglio delle novità. Il nuovo decreto, come già accennato, prevede misure che sostengono le famiglie con un reddito basso. Ma a chi è rivolta l’agevolazione? Ne potranno usufruire coloro che hanno un ISEE fino a 15.000 euro e che non hanno avuto la possibilità di terminare i lavori entro il 13 dicembre 2023. Questi soggetti devono tuttavia aver ottenuto un avanzamento lavori almeno del 60%. Va chiarito che tale sostegno viene prelevato da un fondo di 16.000 euro che copre le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 ottobre 2024. La finalità del provvedimento è quella di garantire anche ai nuclei familiari meno abbienti di riuscire a terminare i lavori di efficientamento energetico che hanno già intrapreso. Per chi non è riuscito a completare entro la fine del 2023 i lavori di necessari per l’agevolazione al 110%, la legge prevede una sanatoria: non sarà necessario restituire le somme già erogate. Si restringe inoltre l’applicazione del sisma bonus e di quello per le barriere architettoniche, limitato solo ad alcuni interventi. Il testo inoltre limita ulteriormente le deroghe al divieto di cessione del credito nelle ipotesi di demolizione e ricostruzione di edifici. Proprio in quest’ultimo settore, potrebbero esserci importanti novità anche per ciò che concerne la comunicazione sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura per le spese effettuate nel 2023 con i bonus edilizi. Sembra infatti alle viste una proroga. Il Presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti Elbano De Nuccio fa sapere di aver ricevuto conferme dal Ministero dell’Economia di una proroga del termine, dal 16 marzo 2024 al 4 aprile 2024. Ma le novità dell’ultim’ora non finiscono qui: è anche previsto l’obbligo di assicurazione contro il rischio sismico per i contribuenti che abbiano usufruito del Superbonus per interventi nei Comuni colpiti da eventi sismici verificatisi dal 1° aprile 2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza. Per evitare l'uso improprio dei bonus barriere architettoniche, infine, il decreto limita gli interventi agevolati a quelli relativi a scale, rampe e l’installazione di ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici e i casi in cui si potrà ricorrere allo sconto in fattura e alla cessione del credito. Inoltre, sarà necessaria un’apposita asseverazione per il rispetto dei requisiti e sarà richiesta la tracciabilità dei pagamenti.
EconomiaIl Superbonus scende dal 110% al 70% Tutte le novità e come accedere al beneficio