Giovedì 2 Gennaio 2025

Il caso quasi unico degli immobili italiani. Il prezzo risulta inferiore rispetto al 2010

Panoramica / Il costo delle case a giugno scorso risultava più basso del 5,2% rispetto a quello di 14 anni fa Anche negli anni della ripresa del mercato la crescita non ha tenuto il passo degli altri Stati dell'UE

Nel secondo trimestre del 2024 la crescita dei prezzi degli immobili italiani è in linea

Nel secondo trimestre del 2024 la crescita dei prezzi degli immobili italiani è in linea

Si tratta di un vero e proprio caso unico quello a cui stiamo assistendo in Italia, con i prezzi delle case che hanno toccato cifre più basse persino di 14 anni fa. Lo scorso giugno, infatti, gli immobili costavano addirittura il 5,2% in meno rispetto al 2010. Ma non è tutto, perché tale percentuale, fornita da Eurostat, indica la diminuzione nominale, non tenendo quindi conto dell’inflazione che si è verificata nel frattempo (ben il 28,2%). Ciò significa che, in termini reali, il costo delle case è sceso molto di più. Per quanto riguarda, poi, gli immobili già esistenti, il calo nominale è stato ancora maggiore, toccando il 14,5%. Per quelli appena costruiti, invece, c’è stato un incremento del 28,8%, nettamente inferiore rispetto a quello mediamente registrato nell’Unione Europea (+59%). Il confronto con gli altri Stati membri è impietoso: mentre nel nostro Paese il prezzo scendeva del 5,2%, altrove, sia gli immobili nuovi che quelli esistenti, in questi 14 anni salivano del 51,8%. La locomotiva di questa crescita è stata l'Est, che ha avuto un'inflazione e un aumento del Pil maggiore della media, con un +232,9% in Estonia e un +218,2% in Ungheria dei prezzi delle case. La Germania ha fatto registrare un +74,3%, in linea con i Paesi Bassi (+74,7%), mentre in Portogallo, nonostante le non brillanti performance economiche, addirittura +105,6%. Minore della media, ma comunque maggiore di quello italiano, è stato anche l’incremento di Spagna (+17,9%) e Francia (+26%). Il nostro Paese, ad ogni modo, resta in fondo alla classifica anche prendendo come anno di riferimento il 2015, ovvero quello in cui il comparto immobiliare ha toccato il proprio libello minimo. La ripresa post-Covid, invece, è apparsa comunque limitata, con un incremento dei prezzi, da allora, del 12%, una percentuale inferiore a quella dell'inflazione (20%) e, ovviamente, all'analogo dato medio nel resto dell'Ue (52,1%). Di “crescita”, pertanto, si può parlare soltanto in riferimento all'ultimissimo periodo dopo la pandemia, ma va sottolineato che, anche in questo arco temporale, l'andamento del valore delle case acquistate in Italia è stato per la maggior parte del tempo inferiore che altrove. Di 14 trimestri, dal primo del 2021 al secondo del 2024, ben 8 hanno assistito a una crescita dei prezzi - rispetto allo stesso dell’anno precedente - inferiore alla media Ue e, solo in 5, nel 2023 e nel primo di quest’anno, sono saliti di più. Anche in questi ultimi casi, tuttavia, si è trattato di incrementi inferiori al 2%. Infine, nell’ultimo trimestre, il secondo del 2024, la crescita è stata in linea con quella europea (+2,9%). Pertanto, durante i momenti di crisi, in Italia, i prezzi scendono più che nel resto del continente mentre, in quelli di ripresa, l'aumento che si registra è inferiore.