Il Decreto Salva Casa ha apportato modifiche significative facendo rientrare nella cosiddetta “edilizia libera” tutta una serie di nuove fattispecie. Si va dagli interventi di manutenzione ordinaria, agli interventi di installazione di pompe di calore aria-aria di potenza termica utile nominale inferiore ai 12 Kw, agli interventi volti all’eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio. Tra gli interventi che non necessitano di nessun procedimento autorizzativo, vengono comprese anche le opere stagionali o temporanee. Per quanto riguarda le nuove fonti di energia, sono da considerare come edilizia libera le installazioni di pannelli solari, fotovoltaici, a servizio degli edifici, posti su strutture e manufatti fuori terra diversi dagli edifici o collocati a terra in adiacenza. Le novità se vogliamo più di interesse comune, riguardano però le vetrate panoramiche amovibili e le opere per la protezione dal sole o da agenti atmosferici. Vediamole nel dettaglio. Per quanto riguarda le VePA, il decreto prevede la possibilità di installare vetrate panoramiche amovibili e totalmente trasparenti, anche per la chiusura di logge o di porticati rientranti all’interno dell’edificio. È invece necessario ottenere un permesso per installare le VePA su porticati gravati, in tutto o in parte, da diritti di uso pubblico o collocati nei fronti esterni dell’edificio prospicienti aree pubbliche. Per le strutture di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici, vengono invece individuate varie tipologie, tra cui: tende; tende da sole; tende da esterno; tende a pergola, anche pergole bioclimatiche, con telo retrattile, anche impermeabile, ovvero con elementi di protezione solare mobili o regolabili. Tutte queste strutture possono essere realizzate in regime di edilizia libera, a patto che vengano rispettate alcune condizioni specifiche. Innanzitutto, devono essere addossate o annesse agli edifici o alle unità immobiliari, anche se richiedono strutture fisse per il loro sostegno e l’estensione, e che non creino uno spazio chiuso in modo permanente, così da evitare variazioni di volumi e superfici. Inoltre, devono avere caratteristiche tecnico-costruttive e un’estetica tali da minimizzare l’impatto visivo e l’ingombro apparente. Infine, devono integrarsi armoniosamente con le linee architettoniche preesistenti degli edifici.
EconomiaEdilizia libera, ecco cosa si può fare