«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro», e attraverso di esso, ognuno secondo le proprie possibilità, dà il contributo al benessere sociale. Un cerchio che si chiude, verrebbe da dire se tutto funzionasse sempre per il meglio, solo se gli sforzi vengono ripagati con maggiori opportunità e stabilità nella vita quotidiana. Il lavoro, o meglio ancora, la crescita del tasso di occupazione, è infatti il principale protagonista della mini-rivoluzione che sta portando nuovamente i giovani ad essere attivi sul mercato immobiliare. La svolta dell’ultimo quinquennio, scorrendo rapidamente le statistiche, si pone in rapporto di diretta proporzionalità col rinnovato potere d’acquisto degli under-35. Basti pensare che, dal 62,8% conteggiato dall’Istat nel 2019, i cittadini di quella fascia d’età che oggi hanno un lavoro sono quasi 7 su 10 (69,2%). E nello stesso lasso di tempo anche il precariato (includendo sia i contratti a tempo determinato che gli stage) ha finalmente conosciuto una flessione complessiva del 2,7%. I margini per crescere sono ancora tanti e non si può certo tirare un sospiro di sollievo. Secondo Eurostat, d’altronde, il confronto tra l’Italia e la media dell’Unione Europea, in materia di occupazione per i neo-laureati, è ancora impietoso, con il nostro 67,5% che è il peggior dato in assoluto, dietro anche a Romania (74,8%) e Grecia (72,3%). Tuttavia, è incoraggiante vedere quanto il binomio “occupazione-casa di proprietà” stia crescendo negli ultimi tempi. In generale, nel Bel Paese il reddito dei più giovani è cresciuto più di ogni altra fascia d’età tra il 2019 ed il 2022. Di nuovo gli under-35, ad esempio, fanno registrare un primato, con un’impennata di circa 16 punti percentuali. Una cifra importante così come il margine sui cittadini nella fascia 55-64, il cui reddito è cresciuto in maniera molto più contenuta, assestandosi sul 7%.
EconomiaCresce l’occupazione giovanile: quasi 7 su 10 già al lavoro