Martedì 16 Luglio 2024

Costruzioni, c'è un nuovo calo dopo la ripresa nel 2024 il segno negativo arriverà al 7,4%

Pnrr / Nove miliardi per i grandi cantieri, ma le opere stentano a decollare: dopo un triennio di crescita c'è preoccupazione tra le imprese del comparto

Sul Pnrr ci sono nove miliardi di grandi cantieri che stentano però fortemente a decollare

Sul Pnrr ci sono nove miliardi di grandi cantieri che stentano però fortemente a decollare

Il triennio di grande crescita, che ha permesso di recuperare circa l'80% di quanto perso durante la crisi, è ormai alle spalle: per il 2024, infatti, il settore costruzioni segnerà un -7,4% rispetto al positivo bilancio dell'anno appena concluso. Le prime avvisaglie c'erano state con la chiusura del Superbonus, una situazione che, però, non è stata neutralizzata dal Pnrr. Se è vero che sul Piano nazionale di ripresa e resilienza ci sono nove miliardi di grandi cantieri aggiudicati, è altrettanto vero che questi stentano terribilmente a decollare. Non a caso, la presidente dei costruttori Federica Brancaccio ha ammesso con chiarezza che «si tratta di campanelli d’allarme che destano una qualche preoccupazione». L’Osservatorio Congiunturale sull'andamento del settore delle costruzioni dell’Ance, lo scorso 30 gennaio, alla presenza della stessa Brancaccio, del vicepresidente e numero uno delle associazioni europee Piero Petrucco e del direttore del centro studi Flavio Monosilio, ha presentato un rapporto nel corso di un convegno dell’Associazione dei costruttori agli esponenti di tutto l’arco Parlamentare, da Alessandro Cattaneo (Fi) e Luigi Marattin (Iv) ad Antonio Misiani (Pd), Marco Osnato (FdI) e Marco Turco (M5S). Va sottolineato, tuttavia, che Ance non parla né di crisi, né tantomeno di catastrofe, quanto piuttosto di segnali cui bisognerà prestare grandissima attenzione. Infatti, se anche il 2024 farà registrare il suddetto -7,4% rispetto al 2023, il rapporto evidenzia come si tratterà comunque di una perdita ampiamente mitigata dalla crescita esponenziale dell'ultimo triennio. Da un lato i costruttori fanno sapere che «la fine del Superbonus, della cessione del credito, il ridimensionamento e l’assenza di una politica di incentivi per l’efficientamento energetico e sismico degli edifici porteranno a un crollo del 27% del mercato della riqualificazione abitativa», ma dall'altro nel settore delle opere pubbliche è invece attesa una crescita del 20%, quantificabile in dieci miliardi di euro in più rispetto all'anno precedente: il boom, tuttavia, non sarà sufficiente a controbilanciare il tonfo dell’edilizia abitativa. In questo contesto sorgono i primi dubbi attorno all'efficacia del Pnrr: l’Osservatorio, nel suo rapporto, aggirando i ritardi del Regis, ha analizzato i numeri delle Casse edili e - spiega l'Ance - «abbiamo contezza delle posizioni aperte in termini di forza lavoro e quindi siamo in grado di 'contare' i cantieri». Nella fase di aggiudicazione delle gare e della consegna dei lavori, sul Piano nazionale di ripresa e resilienza non ci sono stati imprevisti, anzi, ma – spiega ancora Federica Brancaccio - «si riscontrano ancora rallentamenti nella fase realizzativa, soprattutto nelle grandi opere». Si può provare a quantificarli e i numeri parlano di nove miliardi di grandi cantieri, soprattutto quelli ferroviari che, stando a quanto evidenziato da un’indagine dell’Ance, sono stati sì aggiudicati ma al momento non sembrano in grado di partire. E le ragioni sono le più svariate: in primis, ciò è dovuto a problemi autorizzativi in materia ambientale, ma hanno un peso non indifferente anche la sovrapposizione di regimi normativi differenti e le carenze progettuali. Infine, un'ulteriore problematica è rappresentata dalla rimodulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza con la riduzione di cassa: questa - afferma l'Ance - «potrebbe generare rallentamenti nella realizzazione delle opere dovuti alle minori risorse a disposizione». Risorse che, in fondo, erano state promesse a scopo di copertura, ma attorno alle quali aleggia ora un silenzio che non lascia ben sperare.