Roma, 7 giugno 2023 - Frutta fresca, i prezzi sono alle stelle. Ma potrebbero salire ancora. Mentre Coldiretti stima dall’ondata di maltempo “danni incalcolabili all’agricoltura”. Già ora i rilevamenti sulle abitudini delle famiglie ci dicono che ogni italiano nei primi tre mesi dell’anno ha consumato 2 chili di frutta e vedura in meno sul 2022 e addirittura 4 sul 2019 (Osservatorio di mercato di Cso Italy su base Gfk Italia). Ma andiamo con ordine.
Frutta fresca, prezzi alle stelle
L’Unione nazionale consumatori di Massimiliano Dona, rielaborando dati Istat, ha appena certificato che il rincaro della frutta fresca ha pesato per quasi il 5% - esattamente il 4,9% - in un mese, da aprile a maggio, guadagnando la quinta posizione dopo piscine, garage, alberghi e narrativa.
Le valutazioni di Coldiretti
Ma i rincari non sembrano finiti qui. Basta considerare il monitoraggio di Coldiretti. Frutta e ortaggi distrutti dalla grandine, grano abbattuto, foraggi per l’alimentazione degli animali perduti, colture affogate nei campi finiti sott’acqua per i nubifragi, con il maltempo che hanno colpito a macchia di leopardo la Penisola provocando danni incalcolabili all’agricoltura.
Questa la sintesi del monitoraggio condotto da Coldiretti sugli effetti della perturbazione che attraversa l’Italia dove sono stati rilevati ben 21 eventi estremi in tre giorni tra violenti temporali, forti grandinate e tempeste di vento secondo elaborazioni su dati Eswd (European severe weather database).
La mappa del disastro
Preoccupante - sottolinea Coldiretti - la situazione nelle aree alluvionate della Romagna con il maltempo che ha colpito anche i territori limitrofi delle Marche nel Pesarese e Maceratese e dell’Emilia nell’appennino reggiano.
In Lombardia nel Mantovano pioggia abbondante, grandine e vento - precisa la Coldiretti - hanno flagellato le coltivazioni di fragole, meloni e angurie nel Sermidese mentre in vaste aree della Sicilia il grano è a terra, la trebbiatura si è fermata, il fieno è ammuffito, la frutta caduta e gli ortaggi annegati.
Il report di Agrimercati
Il collegamento tra aumento dei prezzi e alluvione viene registrato nell’ultimo report Agrimercati di Ismea. Che rileva: pur in assenza di una conta ufficiale dei danni, gli impatti sulle diverse produzioni potrebbero essere elevati, specie in considerazione di lunghi tempi per il ripristino di una situazione di normalità; per alcuni frutteti ad esempio, si deve effettuare l’espianto e il reimpianto, che richiederebbe dai 3 ai 5 anni per l’entrata in produzione.
Nelle quattro province più colpite dell’Emilia Romagna - Ravenna, Cesena-Forlì, Rimini e Bologna - si localizza oltre la metà della superficie investita a vite da vino regionale ( 4,5% della superficie nazionale), il 64% a frutta fresca (quasi l’8% del totale), il 65% a piante da tubero (6%), il 60% a legumi secchi (4,5%) e oltre un quarto della superficie regionale a ortaggi in pien’aria (3%).
L’impatto sui seminativi
Ancora più rilevante, rileva l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, l’impatto sui seminativi, considerando che la superficie a frumento tenero in queste quattro province rappresenta quasi l’11% del totale nazionale e quella a barbabietola da zucchero il 28%; meno rilevante l’impatto potenziale per mais, orzo e soia. Per quanto riguarda la zootecnia, il settore avicolo potrebbe subire le maggiori conseguenze, totalizzando l’80% dei capi della regione, il 13% a livello nazionale.
L’impatto sulla filiera della carne bovina
L’alluvione ha colpito anche la filiera della carne bovina in aree dove sono censiti circa 8 mila capi di razza Romagnola che afferiscono al circuito del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp. In definitiva, un’area estesa e importante per il settore dalla cui conta dei danni deriverà anche l’impatto più o meno rilevante sulla futura produzione del settore agricolo nazionale.