Martedì 25 Febbraio 2025
ANDREA BONZI
Packaging

Università di Bologna: sfide e soluzioni per sostenibilità e innovazione tecnologica

Il rettore Molari discute il ruolo dell'Università di Bologna nella sostenibilità e trasformazione tecnologica.

Cerimonia di conferimento di dottori di ricerca dell’Alma Mater in piazza Maggiore

Cerimonia di conferimento di dottori di ricerca dell’Alma Mater in piazza Maggiore

Il rettore Giovanni Molari, ospite dell’incontro organizzato da QN Distretti, ragiona sulle sfide dell’istruzione e della sostenibilità che ha affrontato all’Università di Bologna. Rettore Molari, come si avvicinano studio e imprese, e come l’Università si conferma risorsa fondamentale per le aziende che affrontano la sfida della trasformazione tecnologica? "L’università gioca un ruolo fondamentale in questo contesto, soprattutto attraverso la ricerca. Noi, come Alma Mater, stiamo lavorando a stretto contatto con il mondo delle imprese, non solo attraverso la ricerca, ma anche con dottorati industriali e altre forme di collaborazione. È essenziale che il mondo accademico e quello industriale dialoghino continuamente, per aiutare le aziende a rispondere alle sfide della trasformazione tecnologica".

La questione energetica è sempre più centrale. Quanto conta la ricerca universitaria in questo ambito? E quali risparmi siete riusciti a mettere in atto? "La ricerca universitaria è fondamentale per lo sviluppo di nuove soluzioni in ambito energetico. Per quanto riguarda l’Università di Bologna, abbiamo realizzato un piano energetico, il primo in Italia, che ci ha permesso di mappare tutti i consumi e di adottare soluzioni per abbatterli. Quest’anno installeremo i primi megawatt di pannelli solari sui tetti dei nostri edifici, con l’obiettivo di produrre autonomamente il 15% dell’energia che consumiamo (ora siamo al 5%), stiamo investendo molto in miglioramenti strutturali, monitoraggio dei consumi, e ristrutturazioni. Il nostro obiettivo è diventare più efficienti e sostenibili".

Nel 2024, le immatricolazioni sono in crescita, soprattutto quelle degli studenti stranieri. Che cosa offrite in più di altri atenei, e cosa serve per attrarre ancora di più questi ‘cervelli’? "L’aumento delle immatricolazioni, in particolare degli studenti stranieri, è il risultato di un lavoro costante. Oggi, il 45% dei nostri corsi è in lingua inglese e abbiamo accordi per titoli doppi con altre università internazionali. L’attrattività dell’Ateneo di Bologna è anche legata alla sua reputazione, che continua a crescere, e alla qualità delle relazioni e delle opportunità che offriamo ai nostri studenti. La nostra università è un punto di riferimento non solo per gli studenti provenienti da Paesi come Cina e Pakistan, ma ultimamente sono cresciute molto le immatricolazioni dei Paesi dell’Est Europa, come Kazakistan e Uzbekistan e altri".

In questo contesto, non possiamo non parlare del tema degli alloggi. I prezzi sono molto alti, spesso a fronte di stanze e appartamenti piccoli e a volte malmessi. Come si può uscire da questa spirale di canoni elevati, anche a causa delle locazioni turistiche? E come si sta muovendo l’Alma Mater su questo fronte? "Non è compito dell’Università risolvere il problema degli alloggi, ma abbiamo comunque lavorato per cercare di rispondere a questa esigenza. Stiamo cercando di affrontarlo su più fronti: con la realizzazione di nuovi studentati grazie agli accordi con Er.Go, e la partecipazione a bandi per la gestione di 60.000 nuovi alloggi. Ma è una sfida che non può essere risolta in breve tempo. Per rimetterci al pari con altre città europee, serve un impegno concreto anche da parte delle istituzioni e l’utilizzo di risorse come il Pnrr".

I bolognesi e gli studenti: una convivenza a volte difficile, soprattutto d’estate. Pensa che negli ultimi tempi la situazione sia cambiata? E che gli studenti possano finalmente essere considerati una risorsa per la città, e non un fastidio? "Io sono nato a Bologna e ho sempre pensato che gli studenti siano una risorsa preziosa per la città, non un fastidio. La gestione delle feste universitarie e delle attività notturne è sicuramente un aspetto importante, ma credo che la città debba essere in grado di integrare questi momenti con una visione più ampia. Gli studenti portano un enorme valore, sia economico che culturale: è stato calcolato che ogni 20 studenti si crei un posto di lavoro in più. La convivenza è possibile e, anzi, è una delle ragioni per cui Bologna, dopo 936 anni di tradizione universitaria, continua ad essere un punto di riferimento non solo per il turismo, ma anche per la sua vitalità e innovazione. Gli studenti sono una risorsa fondamentale, e la città deve saperli valorizzare".