
La logistica è un settore fondamentale per l’Emilia-Romagna
Investire nel settore logistico e pianificare gli investimenti. E spingere sulle grandi aziende affinché "considerino le piccole e medie imprese come partner e non come subfornitura, anche per avere un maggiore controllo" sulla sostenibilità dell’intero processo. L’assessore Vincenzo Colla, tra gli ospiti dell’incontro organizzato da Qn Distretti, fa il punto su transizione ecologica, logistica e trasporti.
Assessore Vincenzo Colla, la sola logistica in Emilia-Romagna vale oltre dieci miliardi, quasi un decimo del totale nazionale. Che tipo di volano è per l’economia della nostra regione?
"È fondamentale per la competitività del nostro sistema economico e per attrarre nuovi investimenti. L’Emilia-Romagna è al centro di corridoi internazionali, una via di passaggio obbligato fra il nord Europa, l’Oriente che sale dal canale di Suez e un sud del mondo che in prospettiva andrà sviluppandosi sempre più. Come Regione dobbiamo governare con attenzione gli investimenti nel settore, pianificare gli insediamenti e accompagnarne lo sviluppo. Vogliamo una logistica sempre meglio organizzata, di qualità, sicura, che non sia solo volano per il sistema imprenditoriale ma diventi parte integrante della stessa filiera produttiva".
C’è una grande sfida per il comparto che investe anche i trasporti, quella della transizione green: come si affronta? Cosa ha messo e metterà in campo l’Emilia-Romagna?
"Da un lato, i grandi operatori hanno compreso l’importanza della sfida e sono pronti ad investire, ma, dall’altro, abbiamo troppa frammentazione, tante microaziende che da sole non hanno la forza di affrontare il cambiamento. Come Regione stiamo favorendo la conversione sostenibile degli insediamenti, sia sostenendo il passaggio alle rinnovabili che il riciclo e riuso. Vanno ottimizzati i trasporti su gomma e incrementati quelli via ferro e via mare. Lo sviluppo dei corridoi infrastrutturali europei Ti-Bre e Adriatico, ad esempio, va in questa direzione".
E sempre su questo tema green, cosa chiedete, invece, al governo a livello di incentivi e semplificazioni?
"Una logistica ’green’ si fa solo riconvertendo il parco mezzi e con le infrastrutture di rete. Dal governo ci aspettiamo una politica industriale sui sistemi di logistica, a partire dal sostituire i tanti mezzi vecchi con quelli non inquinanti. Ma anche una nuova politica energetica".
Trump pare intenzionato a scatenare una guerra di dazi con l’Europa. Che tipo di ripercussioni vi aspettate sull’Emilia-Romagna e sulla sua industria di eccellenza, dal packaging all’automotive?
"I dazi non hanno mai fatto del bene né a chi li mette né a chi li subisce. Gli Stati Uniti sono la prima destinazione per export dell’Emilia-Romagna e una decisione in questo senso, che sia verso l’Italia o verso il resto d’Europa, sarebbe fortemente penalizzante. Perché non è che se la Francia e la Germania subiscono i dazi, a noi non succede nulla. Mi auguro che l’Unione europea possa dialogare e trovare un accordo con Trump, sedendosi al tavolo con una voce sola. Dividerci vorrebbe dire consegnarci a Stati Uniti e Cina e diventare contoterzisti poveri".
E come si possono tutelare e incentivare le filiere, vera spina dorsale della nostra produttività?
"Dobbiamo fare in modo che le nostre grandi aziende, capaci di competere nel mondo, inizino a guardare alle piccole e medie imprese della filiera come partner e non come subfornitura. Solo così, mettendo a disposizione la loro piattaforma di servizi, possono aiutare le piccole e piccolissime imprese a stare nel cambiamento digitale e sostenibile. È una scelta lungimirante che va a vantaggio di tutti, perché da un lato i movimenti geopolitici hanno reso evidente la necessità di accorciare la filiera, dall’altro le certificazioni di sostenibilità vanno nella direzione di un suo completo controllo per poter garantire il prodotto finale. Avere lo sguardo su tutta la catena del valore è l’unica scelta possibile per rimanere competitivi nel mondo con i nostri prodotti di qualità".
Parliamo di formazione: il tema del reperimento di manodopera è tra i più sentiti dagli imprenditori. Cosa mette in campo la Regione, e cosa ancora si può fare per creare quelle figure che mancano a un’industria in continua evoluzione?
"L’incrocio fra domanda e offerta è al centro delle politiche di questa Regione. Investiamo 220 milioni all’anno sulla filiera dell’istruzione e formazione a tutti i livelli. Stiamo aumentando l’offerta in ogni ordine e grado facendo parlare pubblico e privato. Perché abbiamo bisogno che la formazione sia vicina ai luoghi di lavoro, incroci i laboratori e le nuove tecnologie delle aziende e la nostra Rete Alta Tecnologia. Ma è a monte che dobbiamo lavorare: investiamo sull’orientamento a partire dalle medie, per far conoscere gli indirizzi di studio che danno più opportunità di lavoro qualificato. Abbiamo bisogno che i nostri giovani, a partire dalle ragazze, scelgano sempre più le discipline Stem".