"L’agricoltura sarà il settore più importante da qui alla fine del secolo". Questa frase di Danilo Monarca, direttore Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università degli Studi della Tuscia, ha aperto cogliendo subito nel centro l’evento ‘Innovazione e meccanizzazione. Il futuro delle macchine agricole’, organizzato dai giornali del nostro Gruppo nell’ambito del ciclo di incontri QN Distretti grazie al main partner Banco BPM e ai partner Nobili, Federunacoma ed Eima, luogo della fiera di Bologna dove si è svolta l’appuntamento di ieri mattina.
L’obiettivo del convegno era quello di esplorare le ultime innovazioni nel settore delle macchine agricole, attraverso l’intervento di diversi professionisti del settore agricolo. Nella sala Notturno, all’interno dello spazio fieristico, al fianco di Valerio Baroncini, vicedirettore di QN il Resto del Carlino, si è seduto Massimo Bitonci, sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. "L’agricoltura – ha affermato – rappresenta un terzo del Pil nazionale ma ha bisogno di finanziamenti e di industria 5.0". Poi la stoccata all’Ue: "L’Europa – ha detto – ci ha imposto una serie di vincoli legati alla riduzione dei consumi. Per questo vorremmo apportare delle modifiche: la proroga della scadenza da fine 2025 ad aprile 2026 e l’innalzamento della soglia del credito d’imposta, da 2,5 a 10 milioni di euro".
Nell’ambito della fiera bolognese non sono state presentate solo le ultime tendenze nel comparto agricolo. In generale, è stata una 46esima edizione di Eima ricca di presentazioni e di industrie. Sono 1750 gli espositori, ma "non ci interessano i numeri, puntiamo sulla qualità della rassegna che non può che guardare al futuro", ha spiegato Simona Rapastella, direttore generale Federunacoma.
Fondamentale il ruolo delle banche per il comparto della meccanizzazione agricola. A questo punto sale sul palco Adelmo Lelli, responsabile Direzione territoriale Emilia-Adriatica Banco Bpm. "Dobbiamo – ha commentato – giocare di squadra. Il rapporto tra banca e comparto agricolo è molto stretto, tant’è vero che rappresenta oltre l’11% dei nostri impieghi". Lelli ha anche colto l’occasione per fare la fotografia del momento che stiamo vivendo. "Ci aspettiamo un 2025 in ripresa, speriamo grazie a una riduzione dei tassi e al piano di transizione 5.0 – ha affermato Lelli –. In tal senso, per favorire gli investimenti, abbiamo stanziato un plafond di 2 miliardi di euro".
Efficienza energetica, agricoltura di precisione, automazione e digitalizzazione, materiali e componenti ecocompatibili. Sono queste le quattro macroaree trattate nel doppio panel ‘Le sfide per il mondo imprenditoriale’ coordinato da Davide Nitrosi vicedirettore di QN – Quotidiano Nazionale. A proposito di futuro, però, non si può non considerare il cambiamento climatico. E al centro dell’attenzione di Alex Donzelli, presidente Assoidrotech, la risorsa acqua e, nello specifico, il suo utilizzo. "Fino al mese scorso non avevo mai visto Bologna sott’acqua – ha detto Donzelli –. La causa è legata a trasformazioni del clima: a lunghi periodi di siccità si alternano alluvioni pericolose e dannose per i territori".
Anche quello della componentistica è uno dei settori più importanti dell’industria agromeccanica italiana, "per il valore economico della produzione, oltre i 3 miliardi di euro annui, e per l’ampiezza e qualità della gamma", ha parlato così Andrea Ferrari, vicepresidente di Comacomp. Sulla stessa lunghezza d’onda, Guido Rossi, vicepresidente di Assomao, ha aggiunto che "la sensoristica, l’aiuto elettronico e la manutenzione preventiva sono elementi determinanti. Le nuove tecnologie si concentrano su lavorazioni agricole sostenibili, in linea con le crescenti esigenze ambientali e normative".
Nel prendere la parola Carlo Linetti, presidente di Agridigital, ha spiegato: "Il settore agromeccanico è molto attivo nella digitalizzazione dei processi produttivi e nella gestione dei dati informatici". Improntato alla fiducia è stato anche l’intervento di Francesco Roghi, vicepresidente di Assomase. "Assisteremo a un aumento del livello di automazione delle macchine – ha illustrato Roghi –. Sappiamo che vi è una carenza di manodopera, implementando tecnologia compenseremo questo problema". L’obiettivo è individuato nell’anno 2050, "quando la popolazione raggiungerà quota 10 miliardi, e la domanda di derrate agricole si stima risulterà in crescita di circa il 50% rispetto alla produzione attuale, così occorrerà rendere produttivi altri 500 milioni di nuovi ettari nei prossimi 25 anni", ha detto durante il suo intervento, Andrea Merlo, presidente di Assotrattori. Tra i temi trattati anche il futuro del giardinaggio e dei macchinari che ne rappresentano tutta la filiera.
"Cura del verde e manutenzione del territorio – ha commentato il presidente di Comagarden Lorenzo Peruzzo – definiscono oggi un mercato dalle grandi potenzialità e in costante crescita, grazie anche all’apertura di nuovi mercati che rendono più favorevole la vendita di macchine". Paolo Zama, presidente di Assomao ha infine concluso: "Insieme alla carenza di risorse idriche anche la perdita di fertilità è uno dei problemi più gravi che l’agricoltura deve oggi affrontare".