Lucart è sinonimo disostenibilità e innovazione per proseguire il cammino verso la crescita. Tre i perni fondamentali del colosso della carta: il fatturato in rialzo, le emissioni in calo e una governance rinnovata che apre le porte a nuove opportunità di crescita economica ed espansione internazionale.
Gli occhi di Lucart, il gruppo cartario noto per i brand Tenderly, Tutto Pannocarta, Grazie EcoNatural e Lucart Professional – si posano ovviamente sul 2025 che si preannuncia ricco di sfide e opportunità.
Con oltre 1.700 dipendenti – distribuiti in 10 stabilimenti e 2 centri logistici tra Italia, Francia, Ungheria, Spagna e UK – il gruppo dovrà affrontare questioni chiave come la volatilità della cellulosa, l’instabilità dei costi energetici e il continuo aumento delle spese di produzione. Nonostante queste complessità, resta la certezza che il cambio di governance non modificherà la rotta strategica di Lucart, che nel rispetto della sua missione di contribuire a costruire un futuro migliore, continuerà a puntare dritto su innovazione e impegno per un modello produttivo circolare, confermandosi tra i leader del settore per responsabilità e visione.
Con la nuova governance per accelerare la crescita, nei giorni scorsi il gruppo cartario ha annunciato un importante cambio ai vertici: Francesco Pasquini, terza generazione della famiglia è il nuovo Amministratore Delegato, mentre Massimo Pasquini, seconda generazione, che ha guidato l’azienda dal 2004, è stato confermato Presidente.
Questo avvicendamento segue l’acquisizione di una partecipazione strategica da parte del fondo di private equity Azzurra Capital; un ingresso che punta a sostenere ulteriormente la crescita, strategico poi per rafforzare la posizione di leadership e accelerare lo sviluppo internazionale.
Arriviamo ad analizzare le politiche energetiche per affrontare l’instabilità del mercato.
Il mercato energetico si conferma estremamente volatile e incerto, fattore che nel 2025 inciderà direttamente sui costi di produzione. Per far fronte a questa sfida, Lucart ha sviluppato da tempo una strategia energetica mirata a ridurre la dipendenza dai fossili, integrando fonti rinnovabili nei propri impianti produttivi; tra le iniziative chiave, l’implementazione di sistemi di cogenerazione ad alta efficienza e l’ottimizzazione dei consumi attraverso tecnologie digitali.
Strategia che non solo ha permesso di contenere i costi, ma anche di ridurre significativamente le emissioni di CO2, confermando Lucart come esempio di gestione responsabile in un contesto di incertezza globale.
Per Lucart, inoltre, innovazione e circolarità rappresentano un connubio vincente: l’azienda continua a investire in tecnologie avanzate per ottimizzare i processi produttivi, riducendo l’impatto ambientale e affrontando le sfide di mercato. Il 2025, dicevamo, sarà caratterizzato da un probabile aumento dei costi della cellulosa nella prima parte dell’anno; uno scenario che conferma la validità delle scelte strategiche del gruppo, che da tempo punta sull’equilibrio tra materie prime in pura cellulosa e materiali riciclati.
La carta può essere infatti riciclata fino a 7 volte, ma grazie a tecnologie avanzate le fibre di cellulosa degli imballaggi possono raggiungere fino a 25 cicli di riciclo senza perdere qualità. Lucart punta a utilizzare, entro il 2030, il 60% di carta riciclata come materia prima d’ingresso. Già nel 2022, il 56% delle materie utilizzate proveniva da fibre riciclate.
Un ulteriore segnale della leadership internazionale di Lucart è l’adesione come socio fondatore al Global Compact delle Nazioni Unite, iniziativa globale che promuove pratiche aziendali responsabili in ambito ambientale, sociale e di governance. Questo traguardo rafforza il posizionamento del gruppo tra i leader mondiali nel settore della carta prodotta in modo responsabile, sottolineando l’impegno a contribuire a un modello economico più sostenibile e inclusivo, consolidando al contempo la posizione di riferimento internazionale del Gruppo cartario lucchese.